Il Pac. Il New Deal di Lula e Dilma Rousseff

Il Partido dos Trabalhadores, che non aveva risparmiato le critiche nel periodo in cui era stato all’opposizione, abbracciò questa nuova impostazione delle politiche macroeconomiche quando nel 2003 Luiz Inacio Lula da Silva divenne presidente. Infatti il primo atto del nuovo presidente fu una conferma delle direttrici di politica economica del governo Cardoso, accompagnata da un pacchetto anti-crisi. I mercati restituirono immediatamente fiducia al Brasile. Approfittando anche del vento a favore dell’economia internazionale, Lula proseguì nel solco della traiettoria di stabilità macroeconomica e finanziaria, su cui fu costruito il successo della propria amministrazione, con particolare cura per gli aspetti sociali.
Alla fine dell’anno Lula consolidò e rinforzò tutti i programmi sociali di Cardoso in un solo programma: Bolsa-Familia, una massiccia azione di lotta alla miseria. Nel 2007 il secondo governo Lula lanciò il Pac, Programa de Acelereção do Crescimento, di grandi investimenti infrastrutturali; sarà seguito dal Pac-2 nel 2010. La responsabile del piano (“mamma del Pac” la definisce Lula) è il primo ministro Dilma Rousseff che diventerà, vincendo le elezioni dell’autunno del 2010, la prima donna al vertice del Brasile. Gli ultimi vent’anni sono stati dunque quelli della progressiva maturazione della società e dell’economia brasiliane. I temi dell’emergenza macroeconomica e della stabilità finanziaria occupano sempre meno spazio sulle pagine dei giornali e il paese può concentrarsi sulle riforme “micro” – ad esempio, il sistema tributario, l’ammodernamento delle infrastrutture, l’istruzione, il costo e l’efficienza della politica – la cui realizzazione consentirebbe al Brasile di aumentare il proprio potenziale di crescita.