Il gioco nello sviluppo dell'identità di genere nei bambini e nelle bambine
Giocattoli per bambine e giocattoli per bambini
Una questione molto discussa in ambito pedagogico è quella riguardante il gioco della bambola e la possibilità di utilizzarla nell’attività ludica in modo indifferenziato da bambine e bambini senza riscontrare problemi nella costruzione dell’identità di questi ultimi. L’interesse a questo “problema” nasce da osservazioni condotte negli anni che dimostrano come la curiosità per tale giocattolo accomunasse non solo le bambine e anche i bambini. In particolar modo l’attenzione del maschietto per tale gioco era più frequente quando il bambino aveva una sorella maggiore. Secondo alcuni studi psicologici il gioco con la bambola può dipendere sia dal senso di potenza che il bambino prova quando guida la carrozzella sia dall’istinto imitativo.
Qualunque sia la causa, il bambino non dovrebbe mai essere scoraggiato poiché questo può comportare in lui solo una grande confusione; infatti può arrivare a capire che le bambole non sono un gioco adatto ai maschietti. Spesso nella scuola dell’infanzia, quando ancora i bambini non sono totalmente condizionati dal conformismo adulto, si possono vedere maschietti che passeggiano con in braccio le bambole: le vestono, le fanno mangiare e dormire senza alcun problema. Come ogni “segno” anche il giocattolo è carico di significati soprattutto di tipo sociale. Per questo quando il bambino inizia ad essere deriso dai compagni più grandi abbandona questo gioco compensando il desiderio represso con l’orsetto; non oserà mai più chiedere una bambola. In questo modo i maschietti arrivano a considerare il gioco con la bambola come degradante per la loro immagine e come ostacolante nell’accettazione all’interno del gruppo dei pari. Condizionare a tal punto il bambino da fargli abbandonare la bambola può essere addirittura nocivo per la sua crescita; molto presto infatti la bambola diventa il “doppio” del bambino, il suo “alter ego”, favorendo la presa di coscienza della propria personalità. Grazie alla bambola arriva a percepire meglio il suo corpo ma anche le sue azioni e ben presto scaricherà su di lei i suoi errori: è la bambola che è stata cattiva e che dovrà essere punita, è lei che non vuole mangiare, dormire e che non vuole obbedire. È proprio grazie a questa proiezione che il bambino acquisterà coscienza di se stesso. Il rapporto con la bambola diventerà ben presto un dialogo: il bambino parlerà con lei, le dirà cosa fare e magari sarà anche la sua confidente. Inoltre il gioco con la bambola è spesso liberatorio: scioglie le tensioni, favorisce le assimilazioni e le proiezioni positive, permette compensazioni: il bambino trova nella bambola una compagna, una sicurezza. È anche noto quale prezioso aiuto possa avere la bambola per gli analisti nelle cure psicoterapeutiche. Sul piano educativo, alla scuola dell’infanzia come in quella primaria, la bambola è mediatrice di relazioni preziose all’interno di piccoli gruppi in cui si stabiliscono, grazie a lei, legami di collaborazione: insieme si veste la bambola, le si costruisce un ambiente di vita e così via. Se il bambino, condizionato dai conformismi, inizia a rifiutare questo gioco sarebbe sbagliato andare contro i suoi desideri e ferire il suo orgoglio. Sono i genitori che fin dall’inizio devono rinunciare ad un conformismo superato non condizionando i loro figli. Liberi così da ogni influenza, essi si abbandonerebbero ai giochi preferiti senza reticenze e chiederebbero indifferentemente giochi per femmine o per maschi. Il compito dell’insegnante deve essere quello di offrire occasioni di gioco che amplino la gamma dei comportamenti, senza fermarsi a stereo tipizzazioni limitanti. Per esempio, è opportuno allestire per le bambine occasioni di gioco senso-motorio, incoraggiando anche l’espressione di emozioni negative e conflittuali, mentre nei maschi stimolare l’espressione di sentimenti ed emozioni. [...]
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Il gioco nello sviluppo dell'identità di genere nei bambini e nelle bambine
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Informazioni tesi
Autore: | Serena Raschillà |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Libera Univ. degli Studi Maria SS.Assunta-(LUMSA) di Roma |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze della Formazione Primaria |
Relatore: | Nicoletta Rosati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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