La scultura avanzata
Manualità: Michelangelo Buonarroti
Quasi contemporaneamente a Leonardo e proprio nello stesso luogo, la Firenze del Cinquecento, un'altra grande personalità chiede parola in questo contesto.
Il grande artista, pittore e scultore Michelangelo Buonarroti (Caprese Michelangelo,1475- Roma, 1564), fu il protagonista forse più illustre e tormentato dell'epoca d'oro dell'arte italiana: il Rinascimento.
Dotato di un talento eccezionale, fu accolto giovanissimo dalla potente famiglia dei Medici e presto arrivarono importantissime commissioni da personalità illustri anche oltre Firenze.
Per quanto riguarda il suo modo di lavorare, il grande artista fiorentino si ostinò a realizzare i suoi lavori confidando solo ed unicamente sulle proprie mani per tutta la vita, forse per questo motivo nel ritratto di Jacopino del Conte la sua nodosa e laboriosa mano spicca in primo piano.
Non tutti i suoi illustri colleghi si comportavano allo stesso modo. Il celebre Raffaello Sanzio usava invece circondarsi di numerosi allievi nello sviluppo dei vari lavori commissionati alla bottega del maestro. Egli apponeva solo l'ultimo ritocco e quindi la firma a conclusione e sigillo del lavoro svolto dagli allievi. Tuttavia questo bastava a rendere l'opera autografa del maestro in questione.
Michelangelo, all'opposto, lavorava solo.
Ad appena ventiquattro anni l'artista fiorentino aveva già realizzato il suo primo capolavoro La pietà (1499) in marmo di Carrara, la materia prima da cui non si separerà più per tutte le sue successive sculture, scegliendo personalmente i blocchi dalle cave della città toscana più importante al mondo per il famoso marmo bianco molto pregiato che viene estratto dalle vicine Alpi Apuane. In quest'opera Michelangelo sembra, osservando il volto giovane della madre terrena di Gesù, Maria, interpretare fedelmente il passo dantesco "Vergine Madre, Figlia di tuo Figlio".
E nel David le mani dell'eroe ebreo sono insolitamente grandi. È più probabile che questa anomalia sia volontaria piuttosto che attribuibile ad un errore nelle proporzioni del maestro. Michelangelo potrebbe voler così rimarcare la potenza del gesto che con la mano si va a compiere.
Il lavoro più impegnativo in termini temporali e fisici per il grande Michelangelo fu quasi sicuramente quello dell'affresco della volta della Cappella Sistina, su commissione del pontefice Giulio II.
Il tema generale degli affreschi della volta è il mistero della Creazione di Dio, che raggiunge il culmine nella realizzazione dell'uomo a sua immagine e somiglianza.
Soffermiamoci sull'affresco della Creazione di Adamo, il primo uomo e genitore di tutta l'umanità.
Citando Susan Sontang "Poiché un' immagine può mostrare soltanto un momento, il pittore o lo scultore devono scegliere il momento che offre quel che del soggetto chi guarda ha più bisogno di sapere e sentire". Si intuisce, osservando l'affresco, quale momento sia stato scelto dal maestro per descrivere la creazione.
Se l'uomo è creato ad "immagine e somiglianza di Dio" in quest'affresco Michelangelo sceglie di rappresentare quell'attimo cruciale con il contatto tra due mani: quella divina e quell'umana, così straordinariamente simili l'una all'altra nella rappresentazione. È come se da quest'attimo in poi anche l'uomo, creatura privilegiata rispetto alle altre, possa così essere davvero simile a Dio, e, a sua volta, possa ereditare dal Padre una straordinaria facoltà: quella di creare.
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La scultura avanzata
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Informazioni tesi
Autore: | Libera Nasti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Design e Arti |
Corso: | Scultura |
Relatore: | Giuseppe capasso |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 83 |
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