Gli strumenti finanziari derivati: profili fiscali in un ottica nazionale ed internazionale
I contratti derivati: un quadro normativo di riferimento
La disciplina dei contratti derivati trova la sua fonte primaria nelle regole del commercio internazionale, codificate in specifici modelli impiegati nella prassi, la cui caratteristica fondamentale è la loro astrazione da qualsiasi ordinamento nazionale.
Dunque, si è tentato, nel tempo, di inquadrare i contratti derivati in un modello universale di contrattazione. Purtroppo i tentativi effettuati sono stati del tutto insoddisfacenti per varie ragioni.
Prima di tutto, la formazione di tali negozi si deve ad organizzazioni internazionali costituite fra operatori del settore. Si capisce bene, dunque, come i contratti derivati nascano per rispondere ad esigenze di natura operativa più che dal bisogno di qualificarli sotto il profilo prettamente giuridico.
Inoltre, la pretesa di una definizione legislativa unitaria di contratto derivato, mal si sposa con la scarsa propensione classificatoria degli stessi, dovuta alla presenza, sul mercato, di una vasta gamma di prodotti finanziari derivati, ognuno con peculiari caratteristiche, e alle continue innovazioni nel campo dell'ingegneria finanziaria, rendendo tali modelli normativi obsoleti in un arco temporale di pochi anni.
Per tale ragione, nell'ordinamento italiano non si rinviene una definizione puntuale di contratto derivato.
Il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF) all'articolo 1 (comma 1-bis e comma 2) definisce l'ampia categoria di strumenti finanziari nella quale rientrano i cosiddetti valori mobiliari, ma, al terzo comma, si limita ad elencare una serie di contratti che, per le loro caratteristiche, vengono qualificati come derivati.
Questa scelta, secondo parte della dottrina, anche se criticabile sotto il profilo della certezza del diritto, poiché connotata da indeterminatezza, è convincente se si riflette sul fatto che i contratti derivati in un primo momento sono creati dalla prassi finanziaria, e soltanto successivamente sono recepiti dall'ordinamento.
Nell'ordinamento giuridico italiano, i contratti derivati, seguendo un approccio induttivo, non costituiscono un numero chiuso.
A dimostrazione di quest'ipotesi, il TUF, all'art. 1 comma 2-bis, contiene una delega al Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'identificazione di nuovi potenziali contratti derivati. [...]
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Informazioni tesi
Autore: | Paolo Edmondo Tanzarella |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia |
Relatore: | Antonio Felice Uricchio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 178 |
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