I Cicli Economici

Il contributo maggiore di Clement Juglar relativamente alle crisi periodiche è quello di aver segnato il passaggio dalle teorie di crisi alle teorie di business cycle. Alcune delle sue idee non sono totalmente innovative, vengono riprese da altri autori come afferma lo stesso Juglar, compresa quella di una periodicità e l'individuazione di elementi endogeni che permettono di riconoscere le crisi. Esiste infatti una vasta letteratura cui l'autore ha attinto per il completamento del suo libro "Crisi commerciali e il loro ritorno periodico in Francia, Inghilterra e Stati Uniti" uscito nel 1862, riveduto ed ampliato nel 1889. Questo libro è un prodotto di un clima intellettuale che considerava le crisi non come eventi scollegati ma come parte di fenomeni più complessi che si ripetevano (a quel tempo erano frequenti crisi con intervalli di circa 10 anni).

Le argomentazioni che Juglar aveva sviluppato nell'articolo "Crisi commerciali e monetarie dal 1800 al 1857" nel "Journal des Economistes" e poi nel suo libro erano abbastanza semplici. Egli sosteneva che le crisi commerciali, storicamente, sono sempre accompagnate da crisi monetarie, Juglar ha analizzato una lunga serie di statistiche su servizi bancari, riserve metalliche, depositi, collegandole ad indagini demografiche, prezzi beni primari, affitti, bilancia commerciale, … dapprima per la Francia poi per Inghilterra, Stati Uniti, Prussia e Amburgo.
Juglar sostiene che l'esuberanza della speculazione e dell'attività d'impresa è radicata nella natura umana, nei periodi di prosperità può esserci una troppo elevata concentrazione su questi fattori. Le spese sono in grado di superare le disponibilità solo grazie al credito, quindi si giunge ad un abuso di credito. Questa condizione non può durare, il sistema diventa instabile e la crisi è l'unico modo per ristabilire l'equilibrio, portando il sistema al suo naturale corso per poi riprendere con la prosperità e ricominciare il ciclo.