Quarto e il continuum dialetto - italiano

Capiamo, dunque, che, nonostante la diffusione che l'italiano ha avuto in tutte le regioni della penisola, anche in quella campana, qui i dialetti persistono e si rafforzano, mantengono la propria vitalità e lo fanno non solo nelle aree rurali ma anche in quelle urbane.
Si può parlare di “continuum dialettale”: nelle varie zone della Campania si parlano dialetti che vengono fatti risalire, in modo erroneo, al napoletano; in realtà si tratta di dialetti differenti, molto somiglianti gli uni con gli altri per il fenomeno della contiguità territoriale (senonchè storica e strutturale): in altre parole la variazione dialettale è direttamente proporzionale alla distanza geografica: ad una minore distanza territoriale corrisponde una minore distanza linguistica e viceversa; si provi a verificare tale fenomeno analizzando le differenze tra dialetti di comuni vicini: queste saranno quasi sempre trascurabili se non per le popolazioni locali che, ovviamente, percepiscono di più la distanza stessa.
I tratti comuni ai dialetti della Campania (estensione pari a 250 km da nord e sud e superiore ai 100 km da est a ovest) sono denominati “pancampani”, per distinguerli dai fenomeni più ridotti che, invece, riguardano solo piccole e specifiche zone della regione. Come già accennato sopra, i principali sono: metafonesi e centralizzazione delle vocali finali e atone (schwa), raddoppiamento sintattico (o rafforzamento), esistenza di un genere neutro e,infine, parliamo di alternanze consonantiche.