Il ruolo della figura paterna nello sviluppo psicologico del figlio
Il padre dall'autoritarismo al mammo
In una società in piena trasformazione, i ruoli tradizionali subiscono un mutamento e di conseguenza anche il ruolo del padre apporta un notevole cambiamento in termini di ridefinizione e “assestamento” della propria identità. E’ stato ampiamente messo in evidenzia come il sistema familiare, con le sue regole, norme, funzione e ruoli si sia modificato nei diversi contesti socio-culturali sia, a causa delle varie forme di ristrutturazione familiare, basti pensare alle separazioni, divorzi o convivenze, e sia grazie all’emancipazione delle donne che ha portato, fino ai nostri giorni, ad una redistribuzione del potere all’interno della famiglia. Infatti, mentre nel diritto romano la figura del pater familias godeva della sovranità assoluta sugli altri membri della famiglia e rappresentava un’autorità onnipotente, oggigiorno con la costituzione del Nuovo Diritto di Famiglia, la paternità funge da spartiacque tra il vecchio e il nuovo concetto di genitorialità. Ma nonostante le profonde trasformazioni socio-culturali, il padre viene ancora identificato sia con il ruolo del provider, strettamente legato al mondo del lavoro e alla sfera economica che comporta l’essere forte fisicamente, assertivo e sia come protector, cioè in grado di fronteggiare il mondo con spirito competitivo e aggressivo. Tuttavia il livello socio-culturale non è l’unico fattore che contribuisce a considerare il ruolo maschile come provider-protector; anche la religione cristiana ha contribuito a diffondere questo modello familiare considerando i ruoli genitoriali distinti e complementari: la madre simbolo dell’amore e della tenerezza, il padre simbolo della legge e dell’autorità (Badinter, 1992). Si è dimostrato come gli uomini, siano cresciuti in un contesto che ha generato la credenza che, accettare i propri bisogni, significhi riconoscere le proprie debolezze (Seidier, 1989). A questa visione dell’uomo è strettamente collegata l’aspettativa che i maschi debbano respingere qualsiasi sentimento o comportamento che possa considerarsi femmineo. Ne consegue che i bisogni di dipendenza, che si riattivano alla nascita di un figlio, provocano un forte senso di minaccia alla propria identità maschile. Le modificazioni avvenute negli ultimi decenni, hanno influenzato la figura paterna risultando notevolmente cambiata rispetto alle generazioni precedenti: la giusta restituzione di centralità ad entrambe le figure genitoriali e un riconoscimento del ruolo paterno come figura allevante, dotata di potenzialità e di capacità necessarie e sufficienti nella cura dei figli. Da un punto di vista psicologico, dunque, sono aumentate le possibilità di costruirsi identità di genere diverse, senza rispettare un copione prestabilito, ma da un punto di vista sociale il vecchio autoritarismo paterno oscilla, tra la figura paterna priva di anima ed il nuovo prototipo di mammo. Quest’ultima considerazione, fa leva sulla convinzione che il padre per accedere al mondo dei figli, dovrebbe trapiantarsi “seni e sensibilità materna”, senza poter mantenere una sua specifica sensibilità maschile, con il rischio di andare verso una società senza padri. Da un punto di vista psicologico e relazionale, il ruolo paterno è considerato in grado di prendersi cura del bambino al pari della donna, senza perdere o omologare la propria sensibilità, risultando di esser affettuoso e competente quanto la madre. Si potrebbe delineare una sorte di paternità negata, nel momento in cui la paternità è considerata come pianeta sconosciuto insieme alle sue funzioni, ruoli e così via. Studi sociali parlano della cosiddetta “riabilitazione sociale”, riferendosi alla capacità da parte della società, di dare maggiore visibilità ai bisogni, alle responsabilità maschile e paterna, alle risorse e alla creatività di quest’ultimo, e riscoprire il paterno in una diversa dialettica con la componente materna. Si va alla ricerca dell’istinto paterno, senza prendere in esame che l’istinto non si cerca ma, essendo innata nella persona, emerge e si valorizza piano piano (Weeks, 1999). La sensibilità paterna, sotto un aspetto psicologico, si intravede nel tipo di coinvolgimento al parto della donna e alla nascita del bambino; nel suo modo di sapersi far rispettare e di far rispettare valori e regole da lui tramandate; nel suo modo di coinvolgersi nella vita del figlio, e così via. E’ così, la sensibilità paterna esiste, e svolge una funzione importante nella vita di un figlio, anche in mancanza della figura materna. [...]
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Il ruolo della figura paterna nello sviluppo psicologico del figlio
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Informazioni tesi
Autore: | Teresa Esposito |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi della Calabria |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze del servizio sociale |
Relatore: | Anna Lisa Palermiti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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