La politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell'America Latina: il caso cileno
I partiti politici cileni
Il Cile prima del golpe del 1973 era, una Repubblica Presidenziale e, insieme ai paesi dell’Europa continentale, un sistema pluripartitico e la democrazia più stabile dell’America Latina.
Sin dalla seconda metà del secolo scorso, il sistema politico registrava infatti una presenza estremamente articolata di partiti. I principali, che rappresentavano la destra, la sinistra e il centro ottenevano in totale, circa il 70% delle votazioni. Il restante 30% era formato da una miriade di piccoli gruppi che molte volte, nascevano e si dissolvevano nel giro di una sola elezione. Nel periodo 1932-1961 furono 45 quelli che riuscirono a fare eleggere almeno un rappresentate alla Camera dei deputati: 23 riuscirono ad avere un parlamentare una volta, sette per due volte, quattro per tre volte e undici per più di tre periodi consecutivi . Questa frammentazione caratterizzò il Cile fino al 1973.
La confusione prodotta dalla presenza di piccoli partiti dal peso irrilevante aumentava per la forte instabilità politica e partitica che si creava di fronte alle coalizioni pre-elettorali.
In quel periodo, nessun partito era in grado di far eleggere un suo candidato alle presidenziali e quindi aveva bisogno di costruire una coalizione prima di ogni elezione presidenziale. Nel ’38, nel ’42 e nel ‘46 venne eletto il rappresentante di centro con l’appoggio della sinistra. Nel 1964 il vincitore del centro ottenne l’appoggio della destra e nel ’32 e nel ’52 sia della destra che della sinistra. Queste coalizioni, dopo pochi mesi di governo, tendevano a sciogliersi per divergenze ideologiche e opposizioni alle proposte degli altri partiti, dando vita a nuove alleanze temporali.
Come poteva reagire il presidente di fronte a questi cambi di alleanze? La Costituzione del 1925 rendeva il presidente autonomo rispetto al potere legislativo, ovvero rispetto al Congresso. Egli non aveva il potere di scioglierlo. Questo significava che era obbligato a determinare la composizione del suo governo in funzione delle nuove alleanze operanti nelle due camere. Infatti, il Congresso aveva il potere di rifiutare costituzionalmente il presidente e i suoi ministri: per salvare la coalizione esecutiva, in alcuni casi, era necessario scendere a compromessi per accontentare il Parlamento. I presidenti si trovavano nella situazione di dover negoziare con le direzioni dei partiti per garantire all’esecutivo il loro appoggio.
Altra caratteristica dei gruppi politici cileni, a differenza degli altri paesi dell'America Latina, è la mancanza di organizzazioni politiche legate al proprio leader, ad eccezione del Partito Agrario Laburista di Carlos Ibáñez del Campo per un breve periodo.
Quali erano i principali partiti di destra, sinistra e centro? Le prime forme di organizzazioni politiche create nel Cile si divisero tra coloro che erano a favore del Re di Spagna e quelli favorevoli all'indipendenza del paese dalla Spagna e dall'Europa. Una volta ottenuta la piena autonomia quindi, le formazioni politiche erano due. I conservatori, pur accettando la separazione con la Spagna, pretendevano la creazione di un modello simile a quello della monarchia spagnola, ideale per la creazione del nuovo Cile repubblicano. I liberali, invece, pretendevano lo scioglimento di qualsiasi legame con il paese colonizzatore per dare vita a una nuova organizzazione federale dello stato. Queste due fazioni rappresentavano gli interessi delle sole élite cilene e per questo motivo nel 1850 venne creato il Partito radicale cileno rappresentante il ceto medio e di orientamento centrista. [...]
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La politica estera degli Stati Uniti nei confronti dell'America Latina: il caso cileno
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Informazioni tesi
Autore: | Michele Mezzano |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli studi di Genova |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze internazionali e diplomatiche |
Relatore: | Daniela Preda |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 117 |
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