Sant'Hildegard von Bingen monaca erborista, tra spiritualità e vocazione scientifica
La medicina olistica ildegardiana
Nonostante siano molte le critiche che parecchi professionisti continuano ad avanzare verso Hildegard e le sue pratiche mediche, ella riveste nella storia della medicina un ruolo di grande prestigio in quella che oggi viene definita la medicina olistica. Come è già stato descritto ampiamente nel paragrafi precedenti, la conoscenza di questa monaca umile e povera, poteva fare invidia agli studiosi più illustri dell’epoca, non solo dal punto di vista nozionistico, ma in particolar modo grazie ad una visione globale dell’uomo, sulla quale basava le sue teorie e pratiche mediche.
Il “suo” metodo terapeutico, di cui la Santa attraverso i sempre più profondi riferimenti biblici continua a sottolineare la provenienza divina, non ha il compito unicamente di curare il malato, ma piuttosto di ricreare e ricercare costantemente l’armonia di anima e mente, spesso sedi dei disagi maggiori e delle debolezze più insite nell’uomo, che quindi si riversano sull’organismo, provocando disagi a livello somatico. Riconoscendo come valido il principio che l’anima della terapia è la terapia dell’anima, vediamo come l’approccio che sta più a cuore a Hildegard consiste nell’aiutare il malato a combattere l’insorgenza delle malattie pensando e agendo in modo ampio e attento.
Un aspetto imprescindibile nel definire la salute di ogni uomo, secondo Hildegard, è il fatto che la salute non possa essere ricondotta ad una concezione statica; essa non può essere raggiunta una volta per tutte, ogni giorno è necessario attraverso pratiche quotidiane come l’alimentazione, riconquistare l’unità e l’equilibrio tra mente, corpo e anima. Ciò è possibile esclusivamente attraverso il raggiungimento di un’armonia con l’ambiente circostante, tra l’uomo e l’universo, tra l’uomo e il suo Creatore. La Santa a supporto delle sue convinzioni sottolinea l’importanza e la necessità di una responsabilità personale, da parte di ogni uomo, la quale deve attuarsi non solo nella vita pratica, ma anche in quella spirituale. Vediamo come sempre di più oggi aumentino le malattie psicosomatiche, causate da quelli che Hildegard chiama i pensieri del male, poiché “come tutto ciò che il corpo riceve è trasformato in linfe, che portano all’organismo la malattia o gli assicurano la salute, allo stesso modo i pensieri, il desiderio del bene o del male, producono mutamenti nell’anima, che danno felicità e soddisfazione, oppure confusione e malessere”, così scrive Ellen Breindl e di seguito aggiunge “per Hildegard la malattia non è un destino, ma una condizione esistenziale a cui uomo e società debbono rispondere”.
È facile quindi intuire in che modo Hildegard prenda spunto dalle teorie di Galeno; nella sua opera “Causae et curae” oltre a definire i quattro umori illustra come Dio abbia creato il mondo e l’uomo a partire da quattro elementi: “Quando Dio creò l’uomo, cementò il fango con l’acqua, di cui l’uomo è formato, e instillò in tale forma l’alito di vita, che è igneo e aereo”- già da queste poche righe vediamo come siano strettamente legati, uno all’altro i quattro elementi, terra, acqua, fuoco e aria, nell’uomo, poi continua - “dal fuoco [egli] riceve calore, dall’aria il respiro, dall’acqua il sangue e dalla terra la carne”. Ad ogni elemento vengono in seguito associati gli organi che da esso sono formati: il fuoco è responsabile della vista, l’acqua della mobilità del corpo, la terra della sua andatura, mentre l’aria dell’udito, ad esempio. Gli elementi a loro volta sono governati da quattro umori, i due più importanti o superiori sono detti flegma, mentre quelli inferiori muco. Essi devono stare in equilibrio tra loro e in un determinato ordine affinché la salute possa permanere nell’uomo, altrimenti se, nel caso peggiore, la combinazione tra questi non dovesse essere corretta, il corpo non potrà che morire.
Seguendo come via per la guarigione fisica quella della compensazione dei vari umori e elementi compromessi, vedremo nel capitolo successivo come ogni pianta, ogni erba, ogni albero venga definito in base al suo calore, alla sua umidità, alla sua secchezza e alla sua freddezza, e grazie a queste ne venga descritto un utilizzo preciso e ponderato a seconda della condizione del malato.[...]
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Sant'Hildegard von Bingen monaca erborista, tra spiritualità e vocazione scientifica
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Informazioni tesi
Autore: | Benedetta Malagoli |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia |
Facoltà: | Farmacia |
Corso: | Scienze e Tecnologie Erboristiche |
Relatore: | Elisa Andreotti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 208 |
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