Famiglie interculturali: sfide e risorse
Il bilinguismo nei bambini
La differenza linguistica é una delle prime sfide che la coppia mista si trova a dover affrontare. Sembra che la cosa venga percepita come problematica dopo un certo periodo dall'inizio della relazione. Alcune coppie parlano da subito la lingua italiana nel caso in cui il partner straniero si trovi in Italia da tempo e la parli bene. In altri casi, come spesso avviene nelle coppie italo-polacche, si usa una terza lingua conosciuta più o meno bene da entrambi; di solito l'inglese. Condividere sentimenti ed emozioni, litigare e discutere in una lingua che non é la propria spesso amplifica i conflitti a causa della frustrazione percepita da entrambi per l'impossibilità di farsi capire come si vorrebbe.
“Quando abbiamo cominciato, parlavamo sempre in inglese, alla fine ogni coppia che parla in una lingua che non è la lingua madre per nessuno dei due, alla fine si elabora più che una lingua un linguaggio comune. Diventa una specie di esperanto perché ci mettevamo in mezzo qualche parola che io sapevo di polacco, qualche parola che lei cominciava a sapere di italiano, con questa base di inglese molto semplice.”
La soluzione viene naturalmente con il tempo; se la coppia vive in Italia il partner straniero finisce per imparare l'italiano. Questa soluzione rischia però di sbilanciare il potere all'interno della coppia poiché la competenza linguistica del partner italiano lo metterà sempre in una situazione di vantaggio negli scambi quotidiani e nelle discussioni. Con l'arrivo dei figli la madre lingua minoritaria rientra in gioco con diversi possibili risvolti.
I figli delle coppie miste imparano sempre la lingua del contesto sociale in cui sono inseriti ma la famiglia, e questa è una delle sue più grandi ricchezze, può decidere di affiancarne un'altra. Questa scelta è fortemente influenzata da timori ingiustificati su eventuali problematiche in cui i bambini bilingui incorrerebbero e ancor più dalle reazioni del contesto sociale e della famiglia allargata. Partendo dalle opinioni degli esperti andremo a indagare le scelte più comuni e i fattori che le determinano.
Il bilinguismo infantile è oggetto di studio da alcuni anni e costituisce terreno di scontro tra opinioni molto diverse. Alcune idee sono ampiamente diffuse tra genitori e insegnanti: “Bisogna imparare una lingua e solo più tardi se ne può imparare una seconda”. Questa idea viene messa in pratica in molte famiglie miste creando situazioni difficili e paradossali come quella descritta da una mamma tailandese:
“Io e mio marito parliamo in inglese e così l'italiano l'ho imparato poco poco. Quando é nato il bambino, lui e sua madre hanno detto che mio figlio doveva imparare l'italiano. Adesso è ancora piccolo, ma se io dico le parole della mia lingua, dicono che faccio confusione al bambino...”.
Per chi ha studiato lo sviluppo del linguaggio nei bambini bilingui questo rischio non esiste, anzi, la mescolanza delle lingue è considerata una fase normale e non é ritenuta indice di confusione in questi bambini. Il cervello umano non è programmato per essere monolingue e il bilinguismo non determina alcun disturbo del linguaggio. Il consiglio è che ciascuno parli con il bambino la lingua in cui si trova più a suo agio; “ogni lingua ha lo stesso valore affettivo quando é la madre che la parla al bambino”. Questi bambini sviluppano precocemente delle capacità metalinguistiche, sono in grado di analizzare la struttura delle lingue e questo li facilita nell'apprendimento della lettura e
di una terza lingua. [...]
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Famiglie interculturali: sfide e risorse
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Peretto |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Modelli per la valutazione e la prevenzione del disagio minorile e per il sostegno delle genitorialità |
Anno: | 2012 |
Docente/Relatore: | Rosanna Cima |
Istituito da: | Università degli Studi di Verona |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 48 |
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