L’Overconfidence e i suoi effetti nelle PMI italiane: Un'analisi empirica.
Overconfidence e performance societaria
Il panorama inquadrato dalla letteratura fino a qui presente riguardante l'overconfidence, si focalizza per lo più su imprese di grandi dimensioni, prevalentemente quotate in borsa, con localizzazione oltreoceano.
Date queste premesse, ho ritenuto utile focalizzare la mia ricerca sul panorama italiano, inquadrandola nella realtà economica del paese, per lo più costituito da imprese di medie e piccole dimensioni. Data la particolarità del nostro contesto economico.culturale, trovo più che interessante l'ipotesi di studiare come cambi l'effetto dell'overconfidence in questo contesto.
Nel caso specifico, la mia trattazione si è occupata di evidenziare come l'effetto overconfidence colpisca imprenditori o amministratori delegati, analizzando il modo in cui essi formulano le proprie decisioni inerenti all'impresa. La ricerca descrive come l'overconfidence influenzi l'impresa, portando eventualmente l'imprenditore o amministratore delegato a prendere decisioni non razionali, spinto dall'eccessiva fiducia nei propri mezzi e nelle proprie competenze, e dalla conoscenza del mercato in cui opera.
Nella creazione di un criterio di misurazione per l'overconfidence, mi sono servito della teoria di Schaefer et al. (2004), che hanno evidenziato una correlazione positiva tra estroversione ed overconfidence, e delle ricerche di Niu (2010) e Adam et al. (2011), i quali hanno identificato relazioni positive significative tra avversione al rischio e overconfidence.
Secondo il criterio utilizzato, imprenditori e amministratori delegati intervistati risultano avere per il 68% un grado medio (3°), medio alto (4°) o alto (5°) di overconfidence. Interessante notare come solo 3 soggetti presentino il grado minimo (1°).
Non mi è stato possibile effettuare uno studio riguardante possibili mutamenti del grado di overconfidence tra i diversi generi sessuali, come teorizzato da Barber e Odean (2001), a causa del numero troppo esiguo di donne (4 su 50 soggetti) nel campione analizzato.
Ho invece analizzato possibili relazioni significative tra overconfidence ed età come rilevato da Agarwal et al. (2007), e tra overconfidence ed anzianità di ruolo oltre che societaria, non evidenziando però alcun livello significativo.
Per quanto riguarda l'effetto dell'overconfidence sulle performance aziendali, con riguardo alla struttura del capitale e alla sua relazione con l'overconfidence, mi aspettavo che senior manager overconfident utilizzassero più debito rispetto alle società guidate da manager meno overconfident, e che questo fosse di lungo termine, poiché l'overconfidence potrebbe infondere nei soggetti una maggior sicurezza in se stessi, che si riflette su una maggior sicurezza nel poter restituire il debito contratto in un più lungo periodo.
In seguito alle analisi della varianza (ANOVA) effettuate, risulta che le imprese guidate da chi si trova ad avere un grado di overconfidence più alto, tendono ad avere un maggior indice d'indebitamento a lungo e un indice di indebitamento a breve più basso. Questo risultato è in linea con le rilevazioni di Ben-David, Graham, Harvey (2007), i quali sostengono che manager overconfident preferiscano capitale a debito di lungo termine.
La ragione può essere individuata nella maggior sicurezza in se stessi da parte dei soggetti che si riflette su una maggior sicurezza nel poter restituire il debito contratto in un più lungo periodo. Probabilmente questi soggetti avranno una tendenza a effettuare investimenti o a spingersi in operazioni di M&A. Questo risultato potrebbe quindi supportare la tesi di Malmendier e Tate (2005) che CEO overconfident abbiano una maggior propensione ad effettuare attività di M&A.
Questi risultati confutano quindi la tesi di Landier e Thesmar (2006), i quali rinvenivano un più alto grado di indebitamento a breve termine di imprese guidate da soggetti ottimisti (caratteristica componente l'overconfidence).
Sempre per quanto riguarda la struttura del capitale non sono state evidenziate relazioni significative tra il grado di indebitamento e l'overconfidence nonostante ciò fosse tra le aspettative seguendo la ricerca di Malmendier e Tate (2005), i quali rilevarono come CEO overconfident preferiscano finanziamento per debito piuttosto che per equity.
E' inoltre stata evidenziata una significatività globale tra overconfidence e giacenza media delle scorte ma non sono state rinvenute particolari significatività infragruppo (tra vari gradi di overconfidence), probabilmente a causa della poca numerosità del campione analizzato. Si rimanda in questo caso a ulteriori indagini.
Con riferimento alla relazione tra overconfidence e potere, la mia analisi si proponeva di misurare l'effettivo grado di esercizio del potere decisionale, evidenziando inoltre ove vi siano influenze da parte di manager e imprenditori occupanti ruoli di potere, sulle performance societarie.
Dalle analisi della varianza è risultata una relazione significativa tra overconfidence e decisionismo in merito alle acquisizioni ed investimenti. Risulta che manager e imprenditori con il minimo grado di overconfidence tendano a demandare queste decisioni ad altri soggetti d'impresa. A causa della scarsa numerosità del campione statistico si rimanda a ulteriori ricerche in tal senso per evidenziare in maniera efficace plausibili relazioni significative di accentramento delle decisioni in merito alle acquisizioni e investimenti, per effetto dell'overconfidence.
Questi dati risultano comunque parzialmente in linea con la letteratura a riguardo, mostrando come effettivamente manager ed imprenditori tendano a non demandare decisioni societarie. Ciò avviene probabilmente aumentando l'effetto dell'overconfidence sulle performance aziendali, o viceversa potrebbe essere l'overconfidence a portare a un maggiore decisionismo a causa dell'aumento del livello percepito di conoscenza esposto precedentemente da Fast et al. (2011).
Non sono infine stati evidenziati livelli significativi di relazione tra overconfidence ed avversione alla perdita (Vedasi Appendice 5).
Infine, a puro scopo confermativo, dell'efficacia del criterio di overconfidence da me utilizzato, ho effettuato un'ANOVA tra overconfidence e 4 dei 5 fattori del Big Five model, la quale non rileva alcuna significatività inferiore a 0,05. Questo risultato si mostra così in linea con la precedente ricerca ad opera di P. Schaefer, C. Williams, A. Goodie e W. Campbell, risalente al 2003, i quali evidenziarono solamente una correlazione significativa tra estroversione ed overconfidence.
Mi sono astenuto dall'effettuare la suddetta analisi per il fattore di estroversione, siccome ho appunto utilizzato quest'ultimo tra le variabili per la creazione dell'attuale misura di overconfidence.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’Overconfidence e i suoi effetti nelle PMI italiane: Un'analisi empirica.
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Informazioni tesi
Autore: | Matteo Balzarini |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Management per L'impresa |
Relatore: | Giuseppe Scaratti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 172 |
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