L'utilizzo della LIM per l'insegnamento delle lingue straniere
Confronto tra le classi nell’utilizzo della LIM
Nel precedente capitolo sono stati descritti alcuni metodi di utilizzo della LIM nelle ore di lingua straniera nelle diverse classi, lungo tutto il percorso di studio che accompagna la crescita dei ragazzi, dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado.
Basandosi su questi esempi, si può costatare che la LIM viene usata differentemente da ogni insegnante. C’è chi non ne sfrutta a pieno le potenzialità, usandola principalmente come proiettore; c’è chi invece cerca di sfruttarla al massimo delle sue capacità. In relazione agli esempi riportati precedentemente, si nota che le insegnanti di francese osservate, sia della scuola primaria sia della secondaria di secondo grado, sembrano essere più inclini a utilizzare questa nuova tecnologia; in particolare l’insegnante della scuola primaria costruisce le proprie lezioni utilizzando il software della LIM adottata, inserendo ogni elemento possibile che il software stesso offre. A differenza di queste, le insegnanti d’inglese usano la LIM solo a livello basilare, sfruttando il fatto che possa essere impiegata come proiettore oppure utilizzando quei programmi, come Microsoft Word, tipici di un semplice pc.
Il primo vero problema che suscita l’impiego di questa tecnologia, è il rapporto che gli insegnanti vogliono costruire con essa: c’è chi, magari più giovane d’età oppure più incline all’utilizzo delle tecnologie, che affronta con entusiasmo questo cambiamento all’interno dell’ambiente scolastico; e c’è chi, magari più attempato e poco abituato a vivere insieme agli strumenti tecnologici, che vive tale cambiamento come un vero e proprio problema.
Tale problema, infatti, porta a modificare tutto il metodo d’istruzione che è stato adottato durante gli anni precedenti. Cambiarlo significa imparare da capo alcune tecniche e, per chi insegna da tutta la vita seguendo un determinato schema e si avvicina all’età della pensione, questo può essere veramente una difficoltà. Manca l’entusiasmo e la voglia di imparare a entrare in contatto con le nuove tecnologie.
I tempi cambiano e ogni cosa è rivoluzionata ogni giorno. Lo stesso è accaduto al mondo tecnologico che in poco tempo ha cambiato e continua a cambiare la vita dell’uomo. Questa rivoluzione si è verificata in ogni ambito, ma l’ambiente che ha subito il minor numero di cambiamenti è proprio quello scolastico. Attualmente ci si trova di fronte a una generazione di digital native che quotidianamente è in contatto con la tecnologia, perché fa parte del suo mondo abituale: tale generazione è immersa in un mondo multimediale, interagisce con realtà virtuali. C’è chi sostiene che sia doverosa un’evoluzione da questo punto di vista anche all’interno delle aule scolastiche, non solo perché è necessario adeguarsi ai normali cambiamenti della vita ma anche perché in questo modo i digital native potranno vivere in un ambiente scolastico non completamente estraneo alla loro quotidianità, anche perché essi trascorrono in classe una buona parte della loro giornata.
In realtà, si potrebbe obbiettare al riguardo facendo un riferimento al passato: la lavagna d’ardesia faceva esclusivamente parte del sistema scolastico, non aveva niente a che vedere con la vita quotidiana, né dei docenti, né degli alunni. Quindi, la necessità del legame tra mondo scolastico e mondo “quotidiano” non è così indispensabile.
Circa due secoli fa, l’introduzione della lavagna di ardesia è stata accolta come un’innovazione per la rivoluzione didattica perché avrebbe permesso a tutti di scrivere, risparmiando il tempo utilizzato per dettare e copiare esercizi sui quaderni. Dopo molti anni, in cui all’interno dell’ambiente scolastico si è voluto andare di pari passo con l’evoluzione della tecnologia digitale, portando i computer e altre tecnologie nelle scuole, collocandoli in aule speciali, in laboratori informatici fuori dalla pratica educativa quotidiana che avviene invece nelle classi, è ancora una lavagna a suscitare interesse e perplessità. È comunque necessario superare l’idea che le tecnologie siano una materia a sé (l’Informatica). Da anni computer e videoproiettori sono stati inseriti nelle scuole, ma spesso sono rimasti fuori dalle aule, posti nei laboratori informatici; invece la LIM, sostituendo la tradizionale lavagna, abbatterà questo confine.
L’utilizzo della LIM durante le lezioni permette di sfruttare le risorse digitali e della Rete per ogni necessità e approfondimento degli argomenti, rendendo l’ambiente scolastico simile a quello di casa. Però c’è da considerare che la LIM ha delle potenzialità non indifferenti da poter sfruttare. Sarebbe un peccato se così non fosse. Molti insegnanti, evitano di usarla o la usano essenzialmente come video proiettore: questo è anche uno spreco, dato il costo dello strumento, di denaro, esiguo.
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L'utilizzo della LIM per l'insegnamento delle lingue straniere
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Informazioni tesi
Autore: | Irene Riboldazzi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Umberto Capra |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 58 |
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