La Banca d'Italia
Il Governatore della Banca d’Italia
Il Governatore della Banca d’Italia costituisce la più alta carica dell’Istituto e, ai sensi dell’art. 24 dell’attuale statuto “rappresenta la Banca d’Italia di fronte ai terzi in tutti gli atti e contratti e nei giudizi”. Spetta a lui, coadiuvato dal direttore generale e dai vice direttori generali, di fare osservare le leggi, i regolamenti e lo statuto, di fare eseguire le deliberazioni del Consiglio superiore, di sovrintendere all’Amministrazione centrale e agli stabilimenti periferici.
Ha la firma dell’Istituto ed ha una competenza di chiusura in quanto gli è rimesso tutto quanto nello statuto non sia espressamente riservato al Consiglio superiore e al Comitato. E’ indubbia la sua preminenza all’interno dell’Istituto; concorre alla composizione degli altri organi della Banca, ne indirizza l’attività e ne regola i lavori. Presiede l’Assemblea generale dei partecipanti, fa parte del Consiglio Superiore e del Comitato, li presiede entrambi e li convoca, ne autentica i verbali e gli estratti delle deliberazioni.
Propone al Consiglio superiore la nomina e la revoca degli impiegati della Banca, dei reggenti delle sedi e dei consiglieri delle succursali; fa al Consiglio Superiore ogni altra proposta che egli giudichi utile alla Banca e al buon andamento dell’amministrazione, rientrante nella competenza deliberativa del Consiglio stesso. In breve, come è stato osservato spetta al Governatore “dirigere” e “vigilare” tutta l’azione della Banca; tutta la vita dell’Istituto di emissione compresa l’amministrazione delle sedi e delle succursali è direttamente o indirettamente sotto il suo controllo.
Come capo della vigilanza, al Governatore è attribuita una complessa serie di poteri connessi con l’azione di indirizzo e di controllo sul sistema creditizio; in tale veste egli porta nel Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio - alle cui riunioni egli partecipa di diritto – il contributo della competenza tecnica della Banca d’Italia e ne recepisce le linee di politica creditizia. Il Governatore è vincolato, nell’esercizio delle sue attribuzioni, alle direttive del CICR, ma al tempo stesso è organismo attivo nell’ambito di questo organo interministeriale, alle cui sedute partecipa. Egli opera dunque come un canale di collegamento, come punto di saldatura tra ordinamento politico e ordinamento tecnico: da un lato cura che le decisioni del comitato dei ministri siano puntualmente eseguite dalla Banca e, per essa, da tutto l’ordinamento bancario, dall’altro porta a conoscenza del CICR le indicazioni tecniche che il settore offre e suggerisce le soluzioni più opportune dettate dall’esperienza e dalla tecnica.
Deve essere cittadino italiano, non può appartenere ad altri istituti di credito, esercitare il commercio, fare operazioni di Borsa, disimpegnare le mansioni di amministratore o comunque assumere responsabilità di alcun genere in società, salvo eccezionale autorizzazione del Consiglio superiore – limitatamente alle funzioni di amministratore presso società o enti – quando sia riconosciuto l’interesse dell’Istituto. Non può, inoltre, essere membro del Parlamento, né ricoprire qualsiasi altra carica politica. Il ruolo del Governatore è stato significativamente ridimensionato dalla legge 262/2005 che è intervenuta sia sotto il profilo della nomina e della durata del mandato, sia sotto il profilo delle competenze. Riguardo al primo aspetto, l’art. 19, comma 8, della legge stabilisce che la nomina del Governatore è disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia. Il rilievo e la delicatezza della funzione risultano chiaramente dallo stesso procedimento previsto per la sua nomina e la sua revoca. Il Governatore dura in carica sei anni con la possibilità di un solo rinnovo del mandato. In passato la carica non era sottoposta a termine; vigeva la prassi di presentare le dimissioni dopo 10 anni. La durata illimitata della carica accentuava l’autonomia del Governatore nei confronti del Governo, anche se non trovava riscontro nello status dei Governatori delle altre Banche centrali.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Musetti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Elisabetta Bani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 204 |
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