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L' e-Book il futuro? No, è realtà

Quali diritti e quali interessi tutelare?

Una delle figure chiave di questo dibattito è Kant, che nel 1785 pubblicò un saggio su L’illegittimità della stampa dei libri. Le posizioni che Kant vi esprime sono state variamente interpretate, ma un punto sembra chiaro: l’argomentazione di Kant che mira a mostrare l’illegittimità della ristampa non autorizzata di libri si basa sulla distinzione fra il riconoscimento della paternità intellettuale dell’autore e il suo diritto a controllare la circolazione del suo “discorso” scritto. È quest’ultimo diritto che viene esercitato attraverso l’editore autorizzato, considerato come una sorta di delegato dell’autore a far circolare il suo testo.
Kant vede così chiaramente che il diritto d’autore è indipendente dal diritto di copia, ma nel contempo almeno nel caso dei testi, che a differenza di altri tipi di opera sono espressione diretta della voce dell’autore che riconduce sostanzialmente entrambi i diritti all’autore, di cui l’editore non è che, letteralmente, un portavoce.
Il protagonista di questa prima fase della riflessione sui diritti librari è dunque, appunto, l’autore: è suo non solo l’interesse a veder riconosciuta la paternità intellettuale delle sue opere, ma anche quello a farle circolare attraverso un editore che, di fatto, lavora in suo nome e per sua delega. Per Kant gli interessi di autore ed editore tendono dunque a coincidere, perché sostanzialmente si riconducono entrambi all’interesse dell’autore.
La tutela non riguarda in primo luogo il libro come oggetto, ma il libro come “discorso” dell’autore, come testo.
Il passaggio al digitale prefigura una terza fase, in cui gli interessi di autore ed editore non coincidono necessariamente, e il già ricordato interesse dell’autore a far circolare il più possibile la propria opera e le proprie idee può trovare sbocchi diversi da quelli dell’editoria commerciale.
Come sappiamo, nel mondo digitale il testo può viaggiare indipendentemente dal supporto. L’editore non è abituato a questa situazione, e tende naturalmente a fare quel che ha sempre fatto: considerare il testo come un “oggetto” da vendere al lettore, trattando il testo elettronico in maniera analoga al libro fisico. Ma la facilità con cui il testo elettronico può essere copiato e trasferito cambia la situazione: diviene man mano più chiaro che ci sono non solo due, ma almeno tre tipologie diverse di interessi dell’autore: 1) l’interesse al riconoscimento della paternità intellettuale dell’opera; 2) l’interesse a massimizzarne la circolazione; 3) l’interesse a ricavarne un guadagno economico.
Più problematica è certo la situazione di librai e librerie. La necessità di luoghi fisici di vendita distribuiti sul territorio si indebolisce con la creazione delle grandi librerie on-line, e tende progressivamente a venir meno con il passaggio al digitale dei contenuti. L’idea del libraio-amico, lettore onnivoro e competente, capace di conoscere il cliente e di suggerirgli in maniera quasi infallibile il libro più adatto, corrisponde purtroppo sempre più nell’era delle librerie - megastore e d’altro canto i sistemi di filtraggio collaborativo dell’informazione, che permettono a librerie on-line come Amazon di suggerirci i libri più interessanti sulla base dell’analisi dei nostri comportamenti d’acquisto precedenti, del modo in cui ci muoviamo nel catalogo della libreria, e dell’analisi dei comportamenti di lettori dai gusti simili ai nostri, si rivelano spesso sorprendentemente accurati.
Una prospettiva assai più interessante potrebbe essere invece rappresentata dalla progressiva trasformazione di molte librerie in circoli di lettura e di servizio attorno al libro, in cui sviluppare anche in presenza l’aspetto sociale della lettura.
Per sopravvivere al passaggio in digitale di molta parte dei contenuti, il mondo dell’editoria deve dunque imparare a muoversi anche in rete, e rafforzare anche in rete la funzione, che gli è propria: offrire non solo la mera riproduzione del libro, ma soprattutto e in primo luogo dei servizi di mediazione informativa legati all’opera: la validazione scientifica, la buona redazione editoriale, la promozione attraverso meccanismi che ne migliorino la visibilità, la capacità di far crescere e valorizzare anche professionalmente sia i propri autori sia i propri lettori, una linea editoriale che sia espressione di una politica culturale consapevole e condivisibile. Nel mondo digitale, con i limiti già ricordati, la funzione di mediazione informativa tipica dell’editore non solo non scompare ma viene esaltata.
Il problema centrale non è dunque la scomparsa del ruolo dell’editore, il problema è attraverso quali meccanismi remunerare sia l’autore sia l’editore, continuando per quanto possibile a conciliarne e armonizzarne gli interessi.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L' e-Book il futuro? No, è realtà

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Informazioni tesi

  Autore: Deborah Cuocolo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Accademia di belle Arti Santa Giulia di Brescia
  Facoltà: Grafica e comunicazione
  Corso: Grafica
  Relatore: Elena Cecchini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 110

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