Amministrazione e controllo nella Società a Responsabilità Limitata

L’intento del legislatore delegante, di valorizzare i caratteri “personalistici” della Società a responsabilità limitata, trova concreta attuazione anche nella disciplina dei controlli, ed in tal senso, sembra utile ricordare la struttura della disciplina previgente e, comparandola a quella attuale, sottolinearne le sostanziali differenze. In merito, la precedente normativa si fondava sulla distinzione tra S.r.l. con e senza collegio sindacale; nel primo caso, i soci non amministratori, uti singuli, avevano il diritto di chiedere agli amministratori le notizie afferenti alla gestione della società, nonché quello di consultare i libri sociali. Nella seconda situazione, invece, il socio era titolare del solo diritto di informarsi sulle materie sulle quali era chiamato ad esprimere il voto.
Questa diversificazione dei poteri di controllo dei soci, ancorata alla presenza o meno di un formale organo di controllo, ad oggi, nella normativa vigente, non esiste più: i diritti di informazione e di consultazione/ispezione dei libri sociali, nonché di controllo sugli atti del singolo socio, sono posti in capo a ciascun partecipante in modo incondizionato ed indipendentemente dalla quota di capitale posseduta, come d’altronde già previsto in altri ordinamenti, a dimostrazione del fatto che il condizionamento sull’ampiezza dei poteri in questione, dato dalla presenza di un collegio sindacale, è tutt’altro che una logica conseguenza, bensì una scelta discrezionale del legislatore. Tali diritti non vengono “compressi”, né nella sostanza, né nel loro esercizio, anche nei casi in cui la legge prevede, ex articolo 2477 c.c., l’obbligatoria presenza dell’organo di controllo o del revisore, ossia nei casi in cui: il capitale sociale non sia inferiore a quello minimo previsto per le società per azioni (€ 120.000), la società sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato, la società controlli una società obbligata alla revisione legale dei conti, ed infine, se per due esercizi consecutivi abbia superato due dei limiti indicato dal comma 1 dell’articolo 2435 – bis c.c.
E’ bene, comunque, non confondere, in caso di compresenza, i poteri di ogni socio, con quelli dell’organo di controllo; I soci infatti, come dopo si vedrà meglio, hanno la facoltà di esercitare tali poteri, a differenza del collegio in capo al quale incombe, invece, un dovere di controllo; più avanti si specificherà che, anche dal punto di vista sostanziale, i poteri sono diversi.
La norma di cui all’articolo 2476, comma 2, c.c. riproduce insomma, nella sostanza, l’articolo 2261 c.c. posto in materia di società personali, accentuando, dunque, la connotazione personalistica delle regole sulla governance della società a responsabilità limitata. In proposito, taluni autori hanno utilizzato l’espressione “privatizzazione dei controlli”, sulla base dei nuovi elementi che fornisce la disciplina post-riforma, quali la legittimazione individuale dei soci, la facoltatività della nomina del collegio sindacale (salvi i casi previsti dai commi 3 e 4 dell’articolo 2477 c.c.) e la mancata previsione di un controllo giudiziale sulla gestione. [...]