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Migrazioni femminili in Sicilia, l'importanza delle tradizioni nell'integrazione interculturale

Immigrazione e centri di accoglienza: il caso siciliano

Il fenomeno migratorio inizia ad avere una storia importante anche in Italia, se pur limitata quando la si confronta con quella secolare dei paesi che hanno una lunga tradizione immigratoria come Francia o Germania, e Stati Uniti. Tuttavia tale fenomeno nel nostro paese viene ancora inteso nella sua forma transitoria, limitata nel tempo e non connessa ad un possibile multiculturalismo mondiale che sta coinvolgendo anche l'Italia; in tal senso sono emblematiche le leggi italiane degli ultimi anni, in particolar modo la legge 189 Bossi/Fini del 30 luglio 2002, leggi che si limitano semplicemente a regolare l'ingresso dei migranti nel nostro paese, rimpatriare chi viene colto in flagranza di reato o non possiede i requisiti minimi per soggiornare in Italia, senza attuare un vero e proprio piano per favorire l'inserimento degli immigrati nel tessuto nazionale, provando così mediare tra la cultura autoctona e quelle “importante” dagli immigrati.

Il termine multiculturalismo, tuttavia viene troppo spesso usato come bandiera dietro cui nascondere un razzismo latente ormai radicato, diventando così quello che secondo Demorgon (1988) "rischia di essere un'etichetta che denota un indifferenza all'indifferenza, il riconoscimento di una diversità senza un interesse a conoscere il diverso, una tolleranza che accetta una diversità senza conoscerla, solo a patto che rispetti le regole e non crei scompiglio". I cittadini quindi accettando di accogliere incondizionatamente gli stranieri a patto che essi sottostiano alle regole imposte dallo Stato in cui si trovano; una forma questa di pregiudizio celato, che a differenza di aperte manifestazioni razziste, si esprime in una maggiore difesa dei valori fondamentali dell'ingroup, la negazione di atteggiamenti ed emozioni positive nei membri dell'outgroup e l'enfatizzazione delle differenze culturali che diventano incolmabili. Per non rischiare di cadere in facili stereotipi o in finti moralismi, è necessario quindi interrogarsi attivamente sulla realtà dei fatti che ci circondano; quando si parla di immigrazione e stranieri una delle prime cose che appare chiara è senz'altro l'incomprensione di intenti tra chi richiede aiuto e chi lo eroga, che porta spesso ad una conversione errata dei fatti reali in notizie di cronaca. Una nigeriana costretta a prostituirsi per poter mantenere il proprio figlio, diventa subito un pericolo per le famiglie italiane, oltre che un pretesto per accusare le amministrazioni pubbliche del degrado in cui versano le città; o una rivolta di arabi in un paese in guerra (come gli episodi di razzismo occorsi in Egitto contro i cristiani copti) viene automaticamente connessa come reazione possibile anche da parte dei musulmani che vivono nel nostro paese. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

Migrazioni femminili in Sicilia, l'importanza delle tradizioni nell'integrazione interculturale

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Informazioni tesi

  Autore: Mariacristina Forte
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Cristiano Inguglia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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