Studio sulla distribuzione delle querce caducifoglie nel Salento (Quercus amplifolia Guss.; Q. dalechampii Ten.; Q. frainetto Ten.; Q. virgiliana Ten.; Q. ithaburensis supsp. macrolepis Kotschy)
QUERCUS VIRGILIANA Ten.
Quercus virgiliana Ten. fa parte di quelle specie dette “tenoreane” comprendenti quei taxa del genere Quercus che sono stati descritti e proposti nell’ambito dell’attività degli Orti Botanici di Napoli e di Palermo con impulso iniziale di Michele Tenore (1780-1861) e con le aggiunte di Borzì, Gussone e Lojacono.
La sua prima descrizione fu fatta dal Tenore nella sua opera “Flora Napolitana” nel 1836. Il suo nome è dedicato al poeta Virgilio in quanto il locus classicus di questa specie è alle porte di Napoli, dove il poeta è sepolto (MINARDI, 2000).
La stessa specie è stata descritta anche da altri autori che hanno assegnato nomi differenti ma che, sostanzialmente, possono essere considerati dei sinonimi (BRULLO et al., 1998) e sono: Q. robur L. var. virgiliana Ten. (questo rappresenta il basionimo assegnato dal Tenore nel 1830); Q. cupaniana Guss.; Q. appennina Guss.; Q. insularis Borzì; Q. vulcanica Borzì; Q. minaae Lojac.
Le ghiande della quercia virgiliana in epoche passate, venivano utilizzate a scopo alimentare dai pastori perché di sapore dolciastro (presentano uno scarso contenuto in tannini), da cui il nome di “quercia castagnara”. Per i romani dell’epoca repubblicana si trattava di un cibo importante per la popolazione più povera. Nel Lazio meridionale, presso Fondi, queste ghiande costituivano un cibo di carestia ancora durante il secondo conflitto mondiale. Oggi la raccolta è del tutto abbandonata (PIGNATTI, 1998). La descrizione che segue, così come quelle di Q. amplifolia e Q. dalechampii sono riprese dai lavori di Brullo et al. (1998 e 1999).
“Albero alto fino a 20 m, con corteccia di colore grigio-bruna, fessurata longitudinalmente e trasversalmente, divisa in placche rilevate e rugose. Rami giovani pubescenti di colore grigiastro. Picciolo lungo da 0,3 a 1,5 cm. Lembo fogliare coriaceo di forma variabile, profilo da oblungo ad obovato 5-8,5 X 3-5 cm, con larghezza massima nella parte centrale o nel mezzo distale, subcordato alla base, con pagina superiore sparsamente pelosa, di colore verde opaco, e pagina inferiore densamente pubescente di colore grigiastro, presentante 3-7 incisioni per lato di profondità variabile, a lobi arrotondati, talora mucronati. Amenti maschili lunghi 3-6 cm. Perianzio dei fiori maschili con 6-7 lobi profondi, subeguali, interi, lineari, da arrotondati a subottusi all’apice, densamente ciliati all’apice, lunghi 2-2,5 mm; stami 6-10, più brevi del perianzio, con antere ellittiche, glabre, lunghe 1,1-1,3 mm. Amenti femminili 3-5 flori, con asse peloso lungo 2-6 mm e bratee triangolari-lanceolate, acute, pelose esternamente, lunghe 2-2,5 mm. Fiori femminili con squame tomentose e stimmi 3-5, spatolati, verdastri, lunghi 0,5-1 mm.
Asse fruttifero più o meno allungato recante ordinariamente 1-5 frutti subsessili o peduncolati. Cupola ricoprente da ¼ a ½ del frutto, diametro di 1,3-2 cm, emisfericodoliforme, a bordo fortemente irregolare e sfrangiato per il prolungarsi delle squame, le quali si presentano embriciate, uniformemente peloso seriacee, le prossimali obpiriformi lunghe 2-4 mm, piane o leggermente bombate sul dorso, le distali lineari-lanceolate, lunghe 2,5-5 mm, piane sul dorso. Ghianda da ovoide ad ellissoide, arrotondata e mucronata all’apice, lunga 2-3,5 cm, con diametro di 1,2-2 cm.
La specie fiorisce normalmente a Febbraio-Marzo, tuttavia individui presenti a quote superiori a 800 m possono ritardare la fioritura fino a Maggio. I frutti maturano tra Ottobre e Novembre.”
Anche per quel che riguarda l’ecologia della specie, si è riscontrata una corrispondenza delle caratteristiche riportate da Brullo, per la Sicilia, con quelle osservate nel Salento. Q. virgiliana risulta essere indifferente al substrato, insediandosi sia su substrati silicei che di natura calcarea. Essa mostra una notevole plasticità ecologica e resiste a condizioni di notevole aridità ambientale.
Per quel che riguarda il suo areale in Italia, è ampiamente diffusa in Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia (Salento e Gargano), inoltre è presente nelle regioni appenniniche ed è stata segnalata anche ai piedi delle Alpi e nelle isole. In Europa è presente nell’area balcanica, spingendosi fino all’Ungheria meridionale (BRULLO et al. 1999).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Studio sulla distribuzione delle querce caducifoglie nel Salento (Quercus amplifolia Guss.; Q. dalechampii Ten.; Q. frainetto Ten.; Q. virgiliana Ten.; Q. ithaburensis supsp. macrolepis Kotschy)
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Roma-Marzio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali |
Corso: | Scienze biologiche |
Relatore: | Silvano Marchiori |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 96 |
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