Guerra Preventiva - Lo Jus ad Bellum della Dottrina Bush e l’era Obama
Diritto a compiere interventi unilaterali: un terreno scivoloso
“The perceived need for preventive wars is linked to the fundamental unilateralism of the Bush doctrine, since it is hard to get a consensus for such strongactions and other states have every reason to let the dominant power carry thefull burden.”
Come sottolineato da Jervis, leit motiv della “Dottrina Bush della Guerra Preventiva” sarebbe l’ammissione da parte degli Stati Uniti della volontà di agire unilateralmente nel caso in cui sia in gioco la propria sicurezza nazionale, fatto avvertito da gran parte della comunità internazionale del periodo.
Unilaterale fu il comportamento del paese nelle due guerre sopra citate, in ossequio alle parole di Bush: “will not hesitate to act alone, if necessary, to exercise our right of self-defense”
Al campo propriamente bellico si aggiunge un simile atteggiamento in altri ambiti riguardanti le relazioni internazionali del paese; gesti divenuti paradigmatici di questo comportamento furono il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato Anti Missili Balistici ed il rilancio del sistema missilistico di difesa nazionale (National Missile Defense) entrambi motivi di frizione con l’Europa:
“When it comes to the future of Europe, Americans and Europeans differ on key issues. The differences seem to point toward three fundamental values which underpin the Bush administration's image of Europe. The first is unilateralism, of which the missile shield is a particularly telling example. The American position flies in the face of the European approach, which is based on ABM talks and multilateralism. An opposition is taking shape here between the leading European capitals, which want to deal with the matter by judicial means, and the Americans, who want to push ahead and create a fait accompli.”
La tendenza USA ad agire senza consultare i propri partners ha, secondo alcuni commentatori, isolato il paese rendendo più difficili le azioni di coordinamento che davvero avrebbero giovato alla sicurezza mondiale.
Questo poiché l’idea di allargare a coalizioni multilaterali la difesa della sicurezza internazionale sarebbe, per i sostenitori dell’“approccio Bush”, una scelta da vagliare in base a convenienze politiche, e che avrebbe come principale utilità il miglioramento dell’attendibilità nella percezione del pericolo.
L’unilateralismo non è tuttavia un’esclusiva dell’amministrazione Bush come metodo di gestione della politica estera, vantando piuttosto radici lontane nella storia americana, ed è individuabile in numerose azioni del paese lungo tutto il ‘900. Tuttavia la manifestazione di questa predisposizione che più di tutte comporta pericoli per la stabilità internazionale è certamente quella militare in ottica preventiva, di cui la Bush Doctrine si fa propugnatrice.
La tesi condivisa da molti autori è che, un abbandono del multilateralismo in favore di un diritto all’autodifesa organizzata da singolo Stato, abbia sempre portato ad una situazione con maggior rischio di abusi, poiché lascia al singolo il momento della valutazione dell’effettiva minaccia subita; una azione cooperativa all’interno delle Nazioni Unite sarebbe invece preferibile, in quanto sinonimo di maggiore imparzialità, lasciando liberi gli Stati di agire unilateralmente solo quando palesemente necessario. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Guerra Preventiva - Lo Jus ad Bellum della Dottrina Bush e l’era Obama
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Informazioni tesi
Autore: | Riccardo Trobbiani |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Carlo Curti Gialdino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 95 |
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