Nel laboratorio del poeta: il giovane T. S. Eliot
La musicalità del verso eliotiano
Come accade spesso in poesia risulta difficile trattare in modo separato il soggetto poetico, come quello per esempio dell'humour di cui si è appena discusso, dalla trama e dalla musicalità del verso tanto è vero che spesso è proprio quest'ultima a conferirgli un effetto comico che risulterebbe altrimenti più pallido. Eliot aveva una straordinaria capacità di maneggiare la rima e soprattutto di piegarla nei modi più diversi ai suoi voleri. In parte come la tecnica della frammentarietà questo metodo fu esplorato al fine di
rendere gli effetti più diversi. In Prufrock troviamo degli usi della rima che ricordano la satira mock-heroic di Alexander Pope, per esempio: “Should I, after tea and cakes and ices / Have the strength to force the moment to its crisis?” (vv. 79-80).
Certamente l'effetto comico non risulterebbe così evidente senza questo accorgimento tecnico: essa ha il merito di sottolineare la distanza tra due piani così diversi, il gesto eroico da una parte di forzare il momento alla sua crisi e la superficialità del tè, le paste e i gelati dall'altra, e legarli tuttavia insieme generando nel lettore un senso di stupore di fronte a un collegamento tanto inaspettato e forse anche una mezza risata. Lo stesso per esempio vale per i ripetuti versi “The women come and go / Talking of Michelangelo”. Già i componimenti del Notebook erano ricchi di queste rime, a volte quasi disturbanti: si veda ad esempio come in “First Debate between the Body and Soul” nelle quartine-ritornello la chiusa sempre presente “Of our sensations” rimi alternativamente con “Masturbations”, “Poor Relations” e “Defecations”. Questi ed altri versi con rime oscene e licenziose furono uno dei motivi principali per cui Eliot quando vendette il Notebook a John Quinn lo pregò a chiare lettere di mantenere il contenuto per sé e non darlo mai alla stampa.
l taccuino in generale è denso di richiami ad immagini di musica come del resto lo è l'intera opera di Eliot, costantemente aperta alle analogie tra musica e poesia. I componimenti in esso presenti con titoli contenenti riferimenti musicali sono per la precisione: First, Second and Fourth Caprice, Interlude in London, Opera, Suite Clownesque, Interlude: in a Bar, The Little Passion e Airs of Palestine,No.2 e anche tra i poemi pubblicati in vita ne figurano parecchi: Nocturne, Preludes, Rhapsody on a Windy Night, Five-Finger Exercises fino ai Four Quartets.
Ricks fa notare come anche Arthur Symons, ai tempi fervidamente letto da Eliot, era solito dare titoli di questo genere alle sue poesie e così altri poeti francesi simbolisti come Théodore de Banville o Verlaine, i quali rientravano anch'essi nella sfera d'interesse del giovane poeta. I simbolisti in effetti furono tra i primi a sperimentare le proprietà musicali del linguaggio mirando a fare dei loro versi una sorta di flusso musicale che incantasse i sensi. Eliot sottoscrisse alla necessità di introdurre in poesia un incantatory element, ma non lasciò mai che questo fosse fatto alle spese di una mancanza di significato, come invece spesso accadeva per i francesi.
La musica era una componente considerevole nella sua vita e questo venne riflesso nell'oeuvre poetica. Soprattutto durante il soggiorno a Parigi, la cui scena musicale era particolarmente rigogliosa negli anni 1910-1911, ebbe modo di partecipare a numerosi concerti tenuti nei più rinomati auditorium sia di artisti ormai da lungo affermati che di giovani astri nascenti. Il compositore i cui lavori vennero forse suonati più spesso mentre Eliot risiedeva a Parigi fu Beethoven, per il quale sviluppò una grande ammirazione. Nella poesia giovanile l'assorbimento delle tecniche musicali è solo superficiale, ossia per lo più un'interiezione tra ritmo, rima, allitterazione e significato, ma nelle fasi successive iniziò a baluginare in lui la possibilità di adattare determinate forme musicali ad ampi poemi, per esempio molta attenzione è stata riversata sul fatto che i “Four Quartets” siano stati ispirati dagli ultimi quartetti di Beethoven, specialmente l'Opus 132.
Oltre ai titoli, la sua poesia è ricchissima delle più varie allusioni al mondo musicale: strumenti (piano, violino, flauti etc.), performance come l'opera wagneriana o il concerto di Chopin o specifiche pièces musicali come Tristan Und Isolde. Ecco un esempio tratto da “Portrait of a Lady” su cui lavorò durante il soggiorno parigino in cui il narratore maschile annota i commenti della sua interlocutrice riguardo un concerto da loro assistito in cui un giovane pianista suonava i Preludi di Chopin:
We have been, let us say, to hear the latest Pole Transmit the Preludes, through his hair and fingertips.
“So intimate, this Chopin, that I think his soul Should be resurrected only among friends Some two or three, who will not touch the bloom That is rubbed and questioned in the concert room.”
(vv. 9-13)
A Parigi lavoravano a quel tempo anche importanti compositori contemporanei come Igor' Stravinskij. Eliot e Stavinskij non ebbero modo di conoscersi prima del 1956, ma le loro carriere spesso si intersecarono ed ebbero, soprattutto per quanto riguarda il concetto di tradizione, una stessa attitudine nei confronti dell'arte: le opere di entrambi sono infatti ricche di citazioni e allusioni a lavori letterari e musicali precedenti. [...]
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Informazioni tesi
Autore: | Monica Frigerio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Caroline Patey |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 126 |
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