L'inatteso in alcune narrazioni del cinema contemporaneo
Montaggio e David Griffith
Le riprese del film sono terminate. Il regista, gli attori e gli altri membri della troupe si salutano per un’ultima volta.
L’atmosfera è quella in cui si confondono la tristezza degli addii e la soddisfazione per il lavoro ultimato.
Ma per qualcuno, in realtà, tutto deve ancora cominciare: chilometri di pellicola sono stati impressionati, sviluppati e sistemati dentro numerose bobine. E aspettano.
Ancora qualche giorno e qualcuno vi metterà mano. Li ordinerà, sceglierà fra le diverse riprese di una stessa inquadratura quella più efficace, unirà gli spezzoni scelti fra loro, ricostruirà scena dopo scena la storia del film così come era stata concepita
in fase di sceneggiatura o modificata nel corso delle riprese.
Talvolta, in questa lunga fase di lavoro, qualcosa di nuovo e imprevisto potrà accadere. Inquadrature, o addirittura intere scene, potranno essere eliminate, modificate o collocate in un momento del racconto diverso da quello in cui erano state originariamente previste.
Questa fase di importanza capitale nella lavorazione di un film è quella che cade sotto il nome di montaggio, ovvero quell’operazione che consiste nell’unire la fine di un’inquadratura con l’inizio della successiva.
La nascita del montaggio risale al giorno in cui si è pensato di modificare il punto di vista della macchina da presa su di una scena, con il solo scopo di una migliore descrizione dell’azione o di una migliore costruzione drammatica.
Il che non accadeva nei primi film dei Lumière o di Méliès, film costruiti in un unico piano, di un minuto circa (la durata era imposta dalla quantità di pellicola che si poteva caricare su una singola bobina) in campo medio, dove la macchina da presa non solo non era mossa ma neanche spostata.
Gli storici attribuiscono alla scuola inglese i primi significativi passi in avanti nell’ambito nell’evoluzione del montaggio. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'inatteso in alcune narrazioni del cinema contemporaneo
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Barreca |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Accademia di Belle Arti |
Facoltà: | Media Design e Arti Multimediali |
Corso: | Media Design |
Relatore: | Fabio Carlini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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