"Our Nig" di Harriet Wilson
La dimora simbolo di oppressione
Sebbene Our Nig sia stato l’unico racconto scritto da Harriet Wilson, le dinamiche stilistiche utilizzate non sembrano appartenere ad una scrittrice alle prime armi con un libro. L’autrice non esprime esplicitamente il suo punto di vista, bensì lo evoca indirettamente, spesso mediante una narrazione metaforica, che si appoggia in particolar modo alla descrizione degli spazi. In Our Nig l’ambiente ha una dimensione archetipica, ciò vuol dire che ha rilevanza simbolica, chiave di lettura per interpretare il pensiero della scrittrice.
Il romanzo è ambientato in un villaggio rurale del New England, in una umile casa abitata da una famiglia di bianchi, dove la protagonista Frado, dopo essere stata abbandonata dalla madre Mag alla tenera età di sei anni, sarà costretta ad una crudele servitù debitoria. All’interno di questo spazio, la fanciulla è soggetta ad un continuo abuso fisico e verbale perpetrato dai membri della famiglia Bellmont. La più crudele è sicuramente la madre adottiva la quale non è mai chiamata dal narratore con il suo nome: “Mrs Bellmont” sembrerebbe una forma di rispetto; al contrario il narratore tenta così di mantenere le giuste distanze dal personaggio. In aggiunta, la scrittrice sin da principio avrebbe avuto l’intenzione di raccontare una storia senza compromettersi troppo, per poter inscenare un racconto uguale a tanti altri appartenenti a quel contesto letterario. Invece, solo dopo alcune righe dall’inizio del racconto, il lettore fa la conoscenza con un narratore intrusivo per cui è Harriet che prende le distanze dalla signora Bellmont e non Frado. La protagonista, chiamando la madre adottiva ripetutamente con il cognome, avrebbe elargito una distanza ancora più ampia nei confronti del ruolo assunto dalla signora Bellmont; inoltre, negandole un’identità specifica, sarebbe stata una storia appartenente alla collettività e quindi non considerata unica e dissimile alla realtà circostante. È noto che la penna della Wilson sia particolarmente ironica, peculiarità evidente nell’intero primo capitolo. Attraverso tale stile, il narratore si prende gioco di questo tipo di donna autorevole, la ignora e di conseguenza non le dà importanza perché non la differenzia da altre eventuali donne-personaggio; la eguaglia a tante altre che ricoprono il suo stesso ineccepibile ruolo, incitando il lettore a pensare che in ogni casa del Nord ci sia stata la presenza inesorabile di una signora Bellmont. Spietata come sua madre è la figlia naturale, Mary e, dietro una certa gentilezza apparente, si nascondono i due fratelli Jack e James, la sorella invalida Jane e la zia Abby. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
"Our Nig" di Harriet Wilson
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Informazioni tesi
Autore: | Elisabetta Giacchetta |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e letterature straniere |
Relatore: | Carlo Martinez |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 44 |
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