La valutazione di impatto degli incentivi alla R&S
I Distretti Tecnologici Italiani
Il concetto di Distretto Tecnologico (DT), ispirandosi al modello dei “Distretti Industriali” che caratterizzano l'industria italiana, è il risultato di un processo intrapreso dal MIUR a partire dal 2002, tendente a razionalizzare e a stimolare le dinamiche presenti sul territorio in seno ai PST, ai centri di ricerca e ad altre entità simili. Distribuiti in molte Regioni italiane, i Distretti Tecnologici sono stati creati grazie a un'azione congiunta tra Regioni e Governo. Sono promossi su iniziativa del MIUR per rafforzare in modo strutturale i meccanismi di trasferimento tecnologico e di promozione dell'innovazione, aggiornano e superano gli strumenti di sviluppo territoriale preesistenti, in quanto compongono al proprio interno la necessità di mantenere una cabina di regia nazionale nelle attività di ricerca strategiche, e al contempo riconoscono ed integrano nella gestione delle problematiche di sviluppo le specificità locali e territoriali. La Regione ha facoltà esclusiva di proposta per la costituzione di un DT. Il MIUR valuta la situazione di partenza del territorio, la fattibilità e la potenzialità del progetto, e la capacità di attrarre investimenti.
Le caratteristiche che un “cluster high tech” deve possedere sono:
• Coerenza con le Linee Guida del Governo in materia di Politica Scientifica e Tecnologica;
• Presenza di aziende leader nel settore e dei principali attori pubblici;
• Presenza di una struttura di governance sviluppata;
• Definizione di un'entità giuridica responsabile del coordinamento delle iniziative;
• Apporto di competenze e di finanziamenti pubblici e privati con intervento di attori significativi del sistema finanziario a livello regionale;
• Autosostenibilità nel medio-lungo termine del Distretto Tecnologico.
La firma di un Protocollo di intesa tra il Ministro del MIUR e il Governatore della Regione e del successivo Accordo di programma, pongono le basi per la definizione delle attività di competenza dei soggetti coinvolti per il raggiungimento degli obiettivi. Il coordinamento del Distretto spetta generalmente a un consorzio, associazione, fondazione o società per azioni. In ciascuna aggregazione l'ente di coordinamento del Distretto istituisce meccanismi di collegamento tra i centri di produzione della conoscenza, il mercato e la società nel suo complesso per il trasferimento e la valorizzazione economica dell'innovazione tecnologica. Inoltre, le strutture di gestione dei DT hanno il compito di aggregare aziende e centri di ricerca attorno a programmi dall'alto contenuto tecnologico, in grado di avere ricadute positive sul mercato in funzione delle condizioni che si realizzano su un determinato territorio regionale. Finora questo meccanismo ha permesso di raggiungere massa critica ed economie di scala negli investimenti in R&S sul territorio italiano al punto che, oggi, i Distretti Tecnologici si stanno affermando, sul panorama nazionale ed internazionale, come spazi privilegiati di promozione dell'innovazione knowledgebased risultante in un approccio integrato che coinvolge i sistemi innovativi territoriali nel loro complesso. Ora il modello dei DT sta uscendo dalla fase sperimentale, nella quale la spinta identitaria dei singoli poli territoriali ha prodotto modelli eterogenei di Distretto, per evolvere verso uno stadio più maturo, che vede il progressivo consolidamento delle esperienze maturate fino a questo momento. La diversità nei livelli di sviluppo che ha interessato, ed in parte interessa ancora, i distretti industriali deriva dal fatto che essi non sono stati creati simultaneamente e soprattutto al momento della loro nascita alcune Regioni presentavano poli già ben organizzati che i finanziamenti del Ministero hanno permesso di consolidare, mentre, in altri casi, la creazione del Distretto si è fondata su competenze esistenti ma senza reale collaborazione strutturata tra i diversi partner. Per i DT la possibilità di lavorare in rete è la strada che consente di capitalizzare le esperienze condotte da ciascuno, mettendo in comune gli sforzi e le capacità di affrontare le sfide poste dai mercati internazionali e contrastare meglio le pressioni competitive provenienti dall'estero, quali ad esempio la globalizzazione. Infatti, il ruolo principale dei DT è quello di promuovere la collaborazione fra grandi e piccole/medie imprese su progetti innovativi in modo da unire le forze ed essere più competitivi sul mercato, internazionale, ma anche nazionale. [...]
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La valutazione di impatto degli incentivi alla R&S
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Informazioni tesi
Autore: | Emanuela Borino |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze Economiche e Finanziarie |
Relatore: | Giuseppe Notarstefano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 208 |
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