Trent'anni dopo Basaglia. Disagio psichico e volontariato sociale
Integrazione e socialità
Secondo Donati, il benessere dell’individuo non dipende integralmente né dall’efficienza dello Stato né da quella del mercato: è la comunità in primis a dover (e a poter) provvedere a sé stessa. L’individuo che non può contare su una forte rete sociale è più esposto non solo a problemi di natura psicologica, ma addirittura anche a malattie di origine virale e fisiologica. Da numerose ricerche risulta esserci infatti un’incidenza superiore, rispetto alla norma, di casi di morbosità tra individui che non possono contare sul sostegno di famiglia, amici, e parentele allargate.
Non è ancora possibile dare una motivazione scientifica chiara ed esauriente a tale fenomeno, tuttavia è evidente che una socialità attiva e consistente ha un’influenza indubbiamente positiva sul benessere psicofisico degli individui. In una società a forte impatto relazionale come la nostra, un forte senso di appartenenza e integrazione all’interno della propria comunità è più che mai positivo.
Se la famiglia rappresenta il passo iniziale per un primo riconoscimento a livello sociale e relazionale, le amicizie, i rapporti di lavoro, i gruppi associativi politici o del tempo libero costituiscono una conferma, un riscontro a livello macro, del ruolo che il soggetto riveste all’interno della comunità. Un individuo ben integrato a livello comunitario, riesce a trovare nella rete sociale tutto ciò di cui necessita.
Ogni società che punti al benessere dei suoi cittadini dovrebbe puntare alla valorizzazione del capitale sociale, inteso sia a livello micro che macro.
A livello micro, il capitale sociale è costituito dalla rete delle conoscenze interpersonali di cui dispone ciascun individuo e che è di fondamentale importanza al fine di ottenere informazioni utili ai più svariati obiettivi, come ad esempio la ricerca di un lavoro.
A livello macro, il capitale sociale risiede nella condivisione di una cultura e di valori comuni, elementi essenziali alla creazione della reciproca fiducia, che è alla base dei rapporti di cooperazione, di lavoro e di scambi di mercato.
Quindi il capitale sociale non è insito nelle singole persone, ma nelle relazioni. Scrive Coleman: "Il capitale sociale è inerente alla struttura di relazioni fra individui. Non è localizzato né in individui né in strutture fisiche di produzione" (Coleman S.J., 'Foundation of social theory').
Ne consegue che relazioni interpersonali migliori corrisponderanno a miglior capitale sociale, e di conseguenza, un miglior capitale sociale corrisponderà ad un maggior benessere della comunità intera.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Trent'anni dopo Basaglia. Disagio psichico e volontariato sociale
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Informazioni tesi
Autore: | Antonietta Volzone |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Sociologia |
Relatore: | Tullia Saccheri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 77 |
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