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Cassa di Risparmio di Ravenna, edificio emblematico della cultura unificatrice dell’Italia di fine Ottocento: studio diagnostico dei prospetti

Conservazione e indagini diagnostiche

“Conservare significa conoscere”, è questa l’affermazione che costituisce il presupposto della moderna scienza della conservazione. Data per vera quest’affermazione, ne consegue che il progetto d’intervento conservativo può e deve essere elaborato solo sulla base di dati tecnico-scientifici acquisiti mediante l’osservazione diretta e lo studio dei dati derivanti dalle indagini diagnostiche.
Oggetto di questa scienza è infatti la conoscenza puntuale del manufatto e del suo stato di conservazione.

A tal proposito, il progetto diagnostico fornisce un’anamnesi appropriata dell’oggetto indagato, consentendo di raccogliere un ampio ventaglio di dati ed indicazioni, il quale tuttavia non conduce necessariamente ad un intervento di restauro; nel caso invece in cui tale intervento si dimostrasse indispensabile, la campagna d’indagini diagnostiche dovrà essere in stretto contatto con il progetto di restauro e perciò dovrà seguire passo passo le operazioni previste, verificandone l’efficacia e suggerendo eventualmente nuove soluzioni.
Si deve tener presente che non deve esistere alcuna separazione tra il progetto di restauro e l’attività diagnostica, le quali analisi non devono essere riservate soltanto ai monumenti di primaria importanza, bensì anche a tutti quei manufatti cosiddetti minori che partecipano a comporre il tessuto dei centri storici. La necessità di comprendere pienamente le problematiche conservative dei materiali devono essere, pertanto, indipendenti dal valore dell’edificio in quanto base di un qualsiasi intervento corretto di restauro.

Gli obbiettivi dell’indagine possono risultare molteplici; innanzi tutto quelli che contribuiscono alla conoscenza storica e tecnica dell’opera ovvero:
a) analisi dei materiali costitutivi e della tecnica di esecuzione;
b) datazione e autenticazione.
Altri obbiettivi riguardano più da vicino i problemi del restauro:
c) accertamento dello stato di degradazione dell’opera;
d) accertamento di eventuali restauri precedenti;
e) scelta di nuovi materiali per il restauro;
f) controllo degli interventi conservativi;
g) messa a punto e controllo delle condizioni di conservazione.

Dopo aver enucleato i principali obbiettivi a cui può essere rivolta l’analisi scientifica, si deve sottolineare che il principio comune di tutte le indagini è quello che occorre agire “senza distruggere l’opera d’arte” o meglio, la “materia dell’opera d’arte”. A tal proposito è possibile operare una classificazione delle metodologie d’analisi in molti modi, ad esempio tenendo conto del processo fisico-chimico sulla base del quale operano, delle informazioni che forniscono, della tipologia di opere che permettono di studiare. A monte di ciascuna classificazione però, resta fondamentale tener conto, come detto, del completo rispetto del bene in esame, così da non indurvi, quanto possibile, alcun tipo di alterazione. In tal senso le metodologie fisico-chimiche di indagine possono essere raggruppate preliminarmente in due classi: le tecniche invasive e le tecniche non invasive.

Per metodi invasivi, si intendono quelli che alterano in qualche modo l’opera o una sua parte in quanto comportano un prelievo, fosse pure assai modesto, di materiale, piuttosto che una variazione nella sua struttura chimica o fisica, come la realizzazione di cavità per ispezioni interne, l’introduzione di materiali estranei, la rottura di legami chimici e la produzione di molecole differenti da quelle originali. Ulteriormente, le metodologie invasive possono essere o meno distruttive del campione nel senso che questo non può più essere impiegato per altre analisi e talvolta neppure per ripetere la medesima.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Cassa di Risparmio di Ravenna, edificio emblematico della cultura unificatrice dell’Italia di fine Ottocento: studio diagnostico dei prospetti

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Damiani
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze e Tecnologie per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali
  Relatore: Giuseppe Maria Bargossi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 243

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diagnostica del restauro

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