Le aree valutarie ottimali. Il caso UME: critiche ai criteri di Mundell, trilemmi europei di politica economica
Criteri di Mundell
Come individuato da Mundell la perdita dello strumento di riequilibrio di politica monetaria, doveva trovare come contropartita il soddisfacimento di determinati criteri. Egli ha cercato di mostrare che le caratteristiche di un'economia dovrebbero essere un fattore determinante relativamente il suo regime di cambio; ovvero che sotto determinare condizioni, valute separate e aggiustamenti del tasso di cambio sarebbero stati inefficaci.
L’ambito di ricerca dei problemi di una valuta comune, ha spinto Mundell a cercare i suddetti criteri, identificandoli in:
- Mobilità del lavoro: identificato come l’attributo chiave di un’area valutaria ottimale dal momento in cui tale mobilità riduce la necessità dell’utilizzo aggiustamenti del tassi di cambio nominali, o prezzo dei fattori, come mezzo per correggere gli squilibri esterni.
- Prezzi e Salari Flessibili: tale meccanismo è fondamentale per facilitare il processo di aggiustamento nel breve periodo.
- in assenza di mobilità dei lavoratori e/o di flessibilità salariale: l'incidenza di shock asimmetrici dovrebbe essere un criterio per valutare l'ottimalità.
Mundell in definitiva, sostiene che fintanto che i lavoratori possono muoversi all’interno di una regione monetaria dove ci sono posti di lavoro, la regione può permettersi di rinunciare al meccanismo di riequilibrio del tasso di cambio. D’altro canto, Mundell sostiene che c’è una dipendenza da una "monetary illusion", in altre parole, un presupposto di base nel caso di tassi di cambio flessibili è che i partecipanti all’unione in questione, sono disposti ad accettare le variazioni nel loro reddito reale attraverso variazioni del tasso di cambio, ma non sono disposti ad accettare cambiamenti del loro reddito reale attraverso adeguamenti del salario nominale o del livello dei prezzi. Egli ha anche notato, tuttavia, che come un’area valutaria diventa più piccola e più aperta al commercio, l'ipotesi di “illusione monetaria” diventa sempre più fragile in quanto la quota delle importazioni del consumo totale cresce. Riprendendo il tema dell’economia aperta McKinnon giudica un criterio fondamentale l’apertura agli scambi internazionali, i quali rendono meno soggetta un’area a variazioni nei tassi di cambio. Basandosi sul soddisfacimento di detti criteri, l’UE sta incontrando notevoli difficoltà, per cui diversi autori identificano critiche ai criteri che per quasi 50 anni sono stati considerati accettabili per la valutazione definitiva di un’area valutaria ottimale.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Federico |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Business administration |
Relatore: | Ugo Marani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 113 |
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