Aspetti problematici della disciplina dello stalking
La vittima delle molestie: quali le conseguenze?
Dopo aver analizzato il profilo psicologico dello stalker, è utile soffermarsi brevemente su un’altra figura centrale del reato di stalking: la vittima.
Abbiamo già in precedenza riportato alcuni risultati di studi Istat che identificano la donna come vittima privilegiata delle molestie.
Ancora è utile richiamare alcuni dati dell’ONS (Osservatorio Nazionale Stalking) che indicano che circa l’80% delle vittime è di sesso femminile, mentre la maggior parte degli stalkers sono uomini.
Si tratta, chiaramente, di studi che non hanno alcun tipo di pretesa di completezza e che vanno sempre correlati con appositi dati e documenti.
Ciò che con certezza possiamo affermare è che la donna vittima dello stalking è, nella maggior parte dei casi, una persona conosciuta dallo stalker, con la quale esso ha avuto in passato qualche tipo di relazione, anche non necessariamente affettiva.
Spesso accade che la donna in questione sia anch’essa vittima di problemi relazionali, indifesa e impaurita, che continua a vedere nell’ex compagno, coniuge, amico o semplice conoscente una fonte di sicurezza.
Per tale motivo non è raro constatare come in alcuni casi, e specialmente nella fase iniziale delle molestie, la donna continui a «colludere con il molestatore, agevolando la di lui intrusione nella propria privacy, rafforzandone i fraintendimenti e le illusioni, per poi allontanarsi in preda alla paura, e la trasformazione dell’altro in persecutore».
Non mancano, al contempo, casi in cui vittime di molestia siano gli uomini, ma accettando come valide le ricerche Istat e ONS sembrano più rari; a mio avviso spesso entra in funzione un meccanismo psicologico nell’uomo, che tende a minimizzare la gravità delle molestie o semplicemente che non spinge lo stesso a rivolgersi alle autorità e ciò fa si che il numero delle molestie denunciate dall’uomo sia davvero esiguo.
Capita anche che comportamenti persecutori siano perpetrati nei confronti di “vittime casuali”, che il molestatore non conosce e che tuttavia divengono, agli occhi dell’autore, un oggetto privilegiato delle proprie pulsioni.
Altro curioso profilo è quello attinente alle molestie nelle “help professions”, intendendosi quelle perpetrate a danno di coloro che svolgono professioni di assistenza socio-sanitaria, come medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, ma anche avvocati o magistrati.
Tali soggetti, infatti, possono facilmente essere bersagli di vari tipi di molestie, posto che i loro pazienti-clienti possono idealizzare gli stessi quali centri di affetto o di possibili relazioni che travalicano l’ambito lavorativo.
All’uopo può essere riportata una drammatica vicenda: una donna, medico quarantenne, dopo aver conosciuto in ospedale il suo persecutore è stata vittima di stalking: « probabilmente la sua memoria lo aveva catalogato come uno qualunque dei suoi tanti pazienti. Solo che per lui, evidentemente, quell’incontro fortuito deve aver avuto un sapore tutto diverso. Per una non casuale coincidenza di eventi esattamente il giorno dopo aver dimesso il suo morboso paziente, la donna ha iniziato a ricevere un numero sempre crescente di telefonate anonime da parte di un ammiratore che alla fine si è rilevato il suo killer. Deluso da continui dinieghi, le è piombato davanti alla soglia di casa, l’ha aggredita e finita con una coltellata alla gola».
Ma quale in concreto l’impatto sulla vittima? Quali sono le conseguenze di queste molestie reiterate, nella vita di chi le subisce?
Se alcuni tipi di stalking sono tollerabili e gestibili, risolvendosi in un breve arco di tempo, altri sono distruttivi, e possono indurre nella vittima vari disturbi psicologici, vere e proprie sindromi di disordine postraumatico da stress e, persino, spingere la vittima a pianificare o attuare il suicidio.
L’esperienza dello stalking può generare nella vittima profondi turbamenti, costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita, le amicizie, fino a modificare la personalità stessa di chi la subisce. Si assiste spesso a un cambiamento radicale della vittima, che investe tutti i campi della vita, dal lavoro, che spesso viene abbandonato, all’allontanamento degli amici, alla mancanza di attitudine relazionale con nuove persone. [...]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Aspetti problematici della disciplina dello stalking
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Informazioni tesi
Autore: | Gabriele Castagna |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Manfredi Parodi Giusino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 119 |
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