Gli incidenti domestici in Pronto Soccorso Pediatrico
Annegamenti
Con il termine "annegamento" si indica una condizione di immersione delle vie aeree in un liquido che comporta un ostacolo alla normale respirazione dell'individuo.
Nel 2004, in tutto il mondo, 175.000 bambini e adolescenti tra 0 e 18 anni sono morti per annegamento, mentre altri 2 milioni sono sopravvissuti manifestando, tuttavia, nel 5-10% dei casi, danni neurologici a causa della prolungata privazione di ossigeno al cervello (WHO, 2008).
La frequenza con cui questi eventi si manifestano varia soprattutto a seconda dell'età del bambino: le fasce d'età maggiormente colpite sono quelle tra 0 e 4 anni, con un picco d'incidenza tra 12 e 36 mesi, e tra 14 e 18 anni. I soggetti di sesso maschile, a prescindere dall'età, incorrono con maggiore frequenza in questo tipo di incidenti. Questo fatto viene indicato come una diretta conseguenza di comportamenti a rischio, maggiormente adottati dal sesso maschile piuttosto che da quello femminile, ad una sovrastima delle proprie abilità natatorie e, nell'adolescenza, ad un maggiore consumo di alcol.
I luoghi in cui più frequentemente avvengono episodi di annegamento sono: corsi d'acqua naturali, quali torrenti, laghi o canali (47%); piscine (32%); vasca da bagno (9%); in mare (4%). La percentuale di annegamenti nella vasca da bagno, tuttavia, cresce al 78% dei casi nei soggetti nel primo mese di vita (Weiss, 2010). Sono diversi i fattori di rischio che possono essere implicati: mancata o scarsa supervisione da parte dei genitori durante l'attività in acqua del bambino, mancanza di presidi di prevenzione degli incidenti e carenza di abilità natatorie da parte del bambino (Weiss, 2010).
Possono rivestire un ruolo di rilievo nel rischio di annegamento anche le eventuali patologie che il bambino può presentare. Patologie "a rischio" sono, per esempio, l'epilessia e l'autismo. Per quanto riguarda l'epilessia, il rischio di annegamento è proporzionale alla frequenza con cui si verificano gli attacchi e alla loro gravità mentre, nei bambini autistici il rischio aumenta in relazione alla gravità del ritardo mentale che il bambino presenta (Weiss, 2010).
Nello studio di Crawley del 1996 viene sottolineata l'importanza dell'attuazione di strategie preventive che, nel caso di questa tipologia di incidenti, riguardano una supervisione continua da parte dei genitori mentre il bambino si trova in acqua (a tutte le età), la rimozione dalla portata del bambino di catini o secchi che contengono anche solo pochi centimetri d'acqua (nel primo anno di vita), l'installazione di un sistema per limitare l'accesso incontrollato alle piscine presso il domicilio e l'iscrizione del bambino a un corso di nuoto (tra 5 e 9 anni).
Questo brano è tratto dalla tesi:
Gli incidenti domestici in Pronto Soccorso Pediatrico
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Informazioni tesi
Autore: | Laura Salvatore |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica Pediatrica |
Relatore: | Francesca Selmin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 56 |
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