Il Cinema di Andrej Tarkovskij

Lo stile di un autore fagocita le convenzioni, le rielabora, le usa in modo nuovo. Antonioni nei primi anni sessanta, colpì per essere andato oltre il campo e il controcampo, convenzione nata da una regola aurea del linguaggio cinematografico, che esclude lo scavalcamento di una linea immaginaria formata dai due sguardi dei personaggi ripresi. Tralasciando le trasgressioni della Nouvelle Vague, notiamo che ancora di recente c'è chi ha risolto questa convenzione in modo originale.

Wenders in Hammett (id.,1982), usa riprendere i due personaggi che dialogano con un '3/4-nuca', cioè non frontalmente come si conviene, ma da una posizione leggermente arretrata e laterale dell'attore che parla.
Tarkovskij si batte contro le convenzioni fittizie, che più che convenzioni sono pregiudizi. Uno di questi è il montaggio parallelo, stereotipo soprattutto in film d'azione. Non ne disdegna l'uso, perché può trovare una nuova collocazione nel cinema moderno. All'epoca del muto era necessario e produttivo. Un esempio di uso magistrale è in La Terra (Zemlja, 1930), quando Dovzenko per dare l'idea del colpo di fucile che ammazza il contadino Vasilij, introduce un totale dove vediamo un cavallo tra il grano che improvvisamente si volta per lo sparo.

Questo tipo di montaggio è denominato semiologicamente 'sintagma parallelo', Metz lo definisce così: "due serie di avvenimenti vengono mescolate dal montaggio senza che tra di esse, al livello del significato (diegesi), vi siano rapporti temporali pertinenti, almeno sul piano della denotazione". Nel cinema di Tarkovskij non si ritrovano mai montate delle scene senza un rapporto temporale pertinente, soprattutto in una successione del tutto autonoma dal punto di vista discorsivo, ma con frammenti in cui tempo diegetico e tempo rappresentato coincidono, avendo come referente il tempo reale.

Le convenzioni sono buone alleate se il regista ne fa un uso intelligente, valutandone cioè la necessità d'uso, comunque è impossibile -scrive Tarkovskij- far entrare l'attività creativa nel letto di Procuste delle regole formali, valide in eterno, mentre essa, essendo collegata al compito generale della conoscenza del mondo, possiede un'infinita quantità di aspetti e di legami che uniscono l'uomo alla sua vivente attività, e non disdegna, per procedere con successo sul cammino della conoscenza, neppure il più modesto tentativo di concepire, in ultima analisi, una raffigurazione la più piena possibile del significato della vita umana."[St,14-16] Josif Brodskij in una conferenza tenuta a Vienna, parlando della condizione degli intellettuali in esilio, diceva che lo "stile non è tanto l'uomo quanto il sistema nervoso dell'uomo, e l'esilio, tutto sommato, non fornisce ai nervi tutti gli agenti irritanti che può fornire la madre patria."