L'atto di accertamento esecutivo
Il diverso atteggiarsi della protezione cautelare conseguente al D.L. 78/2010
Come più volte detto, l'introduzione nell'ordinamento del "nuovo" avviso di accertamento ha determinato la necessità di un nuovo assetto della tutela giurisdizionale e il diverso ruolo dell'azione cautelare. Invero, risultando il momento della riscossione anticipato e confluito in un unico atto "ibrido", dotato di vis esattiva oltre che impositiva, anche la tutela giurisdizionale, per conformarsi ai connotati funzionali, e costituzionalmente protetti, dell'effettività e dell'immediatezza, non può che essere indirizzata ad evitare che il ritardo dell'emananda pronuncia sull'azione impugnatoria appaia inutiliter data.
Pertanto, anche nei confronti del "nuovo" avviso di accertamento, così come nei confronti di tutti gli atti considerati autonomamente impugnabili di cui alla lettera a) del comma 1 dell'art. 29 del D.L. n. 78/2010, stante l'esplicita previsione del "ricorso" contro di essi proponibile (contenuta nello stesso art. 29, comma 1, lett. g), è possibile invocare la tutela cautelare di cui all'art. 47 del D.lgs. n. 546/1992. Innanzitutto sembra doveroso ricostruire il percorso legislativo che ha caratterizzato il susseguirsi delle modificazioni disciplinari introdotte, in itinere, per la tutela cautelare, al sorgere e al progressivo sedimentarsi della nuova "chimera" tributaria.
Nell'originaria formulazione del D.L. n. 78/2010, insieme all'art. 29, l'art. 38, riguardante "altre disposizioni in materia tributaria", nel comma 9, sub a), aveva modificato l'art. 47 del D.lgs. n. 546 del 1992, riducendo a centocinquanta giorni il termine massimo di efficacia della sospensione cautelare concessa dal giudice; sembra possibile ritenere immediatamente invocabile la tutela cautelare di cui all'art. 47 del D.lgs. n. 546/1992, ben configurandosi, per l'avviso di accertamento ex art. 29 del D.L. n. 78/2010, il presupposto dell'attualità del pregiudizio. Superata la scomposizione bifasica tra atti impositivi in senso proprio e atti esattivi, viene anche meno la possibilità di ricorsi separati contro gli stessi, con la consequenziale concentrazione del fumus e del periculum.
Tuttavia, tale modifica è sembrata sin da subito discordante. La modifica si localizza nel primo e nel penultimo comma. Nel 1° comma viene aggiunta alla parola "sospensione" l'espressione "per un periodo massimo di centocinquanta giorni", per cui, così come modificato, il dato legislativo prevede che "il ricorrente, se dall'atto impugnato può derivargli un danno grave ed irreparabile, può chiedere alla Commissione provinciale competente la sospensione per un periodo massimo di centocinquanta giorni dall'esecuzione dell'atto stesso".
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'atto di accertamento esecutivo
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Rotondo |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Foggia |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Valeria Mastroiacovo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 96 |
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