''Cabin'' , progetto di una cabina bagno chimica portatile

L’ idea progettuale di affrontare un tema come quello della cabina bagno, è nata da una visuale abbastanza scarsa dal punto di vista della varietà delle cabine bagno mobili esistenti. In tutte si riscontra un involucro fisso attorno al w. c, e niente o poco più è lasciato alla creatività o alla meccanicizzazione dell’oggetto (a parte le serigrafie di Oliviero Toscani sulle nuove cabine Sebach). Le domande progettuali critiche di partenza sull’oggetto in esame, possono essere le seguenti: “E’ un w. c, possiamo quindi anche lasciarlo al suo torbido futuro di bagno?” , “Perché è un w. c quindi è meglio lasciarlo in disparte da occhi indiscreti?”, “Perché rimane e rimarrà sempre uno squallido posto dove solitamente, al solo parlarne si riscontrano chiari pensieri poco igienici?”. Da questi interrogativi sono nati i miei spunti progettuali per apportare alla cabina Sebach per lo meno delle peculiari fonti di creatività in un possibile sviluppo creativo.
La cabina può essere schematicamente ridotta ad un parallelepipedo e nell’insieme la figura si comporterà quindi, da un punto di vista meccanico, uguale in ogni sua prospettiva. Dopo studi approfonditi sull’interazione di piani e di cubi, sono arrivato ad ipotesi progettuali abbastanza vicine al mio obiettivo. Da un semplice parallelepipedo può svilupparsi tutta una serie di alternative geometriche, ma il problema progettuale nasce quando due parallelepipedi si devono intersecare lasciando uno spazio vuoto (porta) su di un lato. Con accurati procedimenti e prove tecniche su modellini, ho potuto risolvere particolarità tecniche di incastro. Tra le due figure di partenza, una volta raggiunta la forma, mi sono dovuto inoltrare nell’ambito dei meccanismi di apertura. [...]