Il problema dell'indio nell'opera di Mariategui
Il progetto di Mariátegui: l’ayllu
Mariátegui fonda il proprio progetto su ciò che di peculiare, ciò che di peruviano, ritrova nell’osservazione della realtà: l’ayllu. Questo, nonostante il duplice attacco dei latifondisti e dei liberali, era riuscito a sopravvivere. Certamente indebolito, non si presentava per nulla distrutto in seguito ai secoli della Colonia prima e della Repubblica poi. Aveva mostrato un’enorme vitalità non soccombendo ai colpi inferti dai gamonales, che miravano all’esproprio delle terre delle comunidades per accrescere i propri possedimenti (e, conseguentemente, la base del proprio potere), e dai liberali, che puntavano all’appropriazione individuale di piccoli appezzamenti.
L’ayllu aveva costituito la cellula su cui si era fondato l’impero inca. Ciononostante, era nato prima dell’avvento di quest’ultimo. Era sopravvissuto, con la sua organizzazione sociale ed il suo capo, il curaca, prima che agli spagnoli, agli incas; prima che alla religione cattolica, al culto del Sole.
[...]
La struttura dell’ayllu non era propria solo della regione della costa; essa si era sviluppata anche lungo le alture della sierra. Qui assumeva tratti in parte diversi, dovuti alla particolare configurazione del territorio, ma le caratteristiche di fondo permettono di ricondurlo a quello della costa. Oltre alla prevalente attività economica, costituita non dall’agricoltura, ma dall’allevamento (soprattutto di lama), un’altra differenza è rappresentata dal fatto che sui monti si ergevano spesso costruzioni isolate che, tuttavia, erano riunite con altre, ugualmente isolate, in comunità amministrative di proporzioni più o meno grandi.
L’ayllu aveva un fondatore, cui spesso si attribuivano poteri magici, che talvolta era venerato attraverso il culto della waka (che poteva essere anche un antenato), responsabile della protezione del villaggio. Era una struttura praticamente autosufficiente che poteva prescindere dall’apporto del singolo individuo, quando questi era momentaneamente impegnato nello svolgimento della mita. I quechua erano soliti affermare che “si un hombre ama demasiado, es mejor que diga que no vive”, dal momento che chi ama troppo, desidera cose per sé e non arriva mai ad uno stato di soddisfazione, e nel mondo andino nulla appartiene alla propria persona, ma all’ayllu.
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Il problema dell'indio nell'opera di Mariategui
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Informazioni tesi
Autore: | Giuliano Granato |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Angelo Trento |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 53 |
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