Il Pubblico Ministero Europeo. Stato dell'arte e prospettive nello scenario dell'Unione Europea
Le caratteristiche del Pubblico Ministero Europeo
Il Pubblico ministero europeo è un'autorità dell'Unione chiamata a intervenire fin dall'inizio del procedimento, con riguardo ai reati elencati nel Corpus juris agli articoli dall'1 all'8. Si compone di un procuratore generale con sede a Bruxelles e dei procuratori delegati aventi sede nelle capitali degli Stati membri o nel luogo dove sia competente il tribunale per il giudizio.
L'idea di coordinare un Procuratore generale a dei Procuratori delegati a livello nazionale sembra in grado di garantire un'efficace funzionamento della nuova istituzione giudiziaria, sia da un punto di vista dell'omogeneità della repressione penale comunitaria, grazie al coordinamento del Procuratore generale, che dal punto di vista dell'efficacia, sulla base della conoscenza del diritto nazionale da parte dei Procuratori delegati.
Come si può notare l'idea di base è di una struttura molto fluida, al fine di utilizzare le risorse già disponibili, infatti nell'ambito della nomina si dispone che i procuratori europei possono essere scelti tra le personalità che offrano tutte le garanzie di indipendenza e che riuniscano le condizioni richieste per l'esercizio nei rispettivi paesi, delle più alte funzioni giurisdizionali, ovvero siano giuristi di nota competenza.
Il mandato del Procuratore generale europeo (PGE) è di sei anni rinnovabili una volta sola, il mandato dei Procuratori europei delegati (PED) è anch'esso di sei anni con un rinnovo parziale dopo i primi tre anni; la nomina avviene ad opera del Parlamento europeo su proposta della Commissione e degli Stati membri.
La Commissione nell'art. 280-bis TCE, avrebbe diversamente proposto che sia il Consiglio a nominare i procuratori, su proposta della Commissione e previo parere del Parlamento europeo. Il ruolo di nomina sarebbe riconducibile in questo caso al compito di tutela degli interessi finanziari riservato alla Commissione. In ogni caso la durata sarebbe sempre di sei anni, questo perché si è ritenuto che una lunga durata del mandato unitamente al suo carattere non rinnovabile contribuirebbero alla garanzia di indipendenza del procuratore.
Le procedure di nomina dei procuratori sono strettamente legate al carattere dell'indipendenza, sia nei confronti delle parti all'interno del procedimento, che nei confronti delle autorità nazionali e delle istituzioni comunitarie.
Questo principio trova la sua base nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, la quale lo considera un carattere fondamentale a garanzia dell'azione penale. L'indipendenza rappresenta una garanzia non solo per i cittadini, ma anche per gli Stati membri.
Gli Stati infatti hanno bisogno di un procuratore indipendente, perché un organo d'accusa che abbia dimensione sopranazionale e potere di esercitare l'azione penale, deve dare garanzia di trasparenza del suo operato, e non rischiare che si possa piegare alle sollecitudini di una o dell'altra maggioranza politica o componente statale.
In ordine alle garanzie di indipendenza e dell'esercizio delle funzioni gli studiosi si sono ispirati alle disposizioni già esistenti presso i tribunali internazionali, prevedendo che i procuratori non possano richiedere né accettare alcuna direttiva dal governo o qualsiasi altra fonte esterna, né possano esercitare altra attività remunerata sia essa professionale o meno. A conclusione il principio è corredato dall'obbligo di obbedienza dei PED nei confronti del PGE.
L'indipendenza è strettamente connessa ad altri due profili: il controllo e la responsabilità del procuratore.
Sotto il primo punto di vista si è preferito evitare la creazione di un nuovo organismo, e prevedere invece che sia la Corte di giustizia a decidere su eventuali ricorsi dei giudicabili o valutare eventuali illeciti disciplinari dei PME.
Il profilo della responsabilità comporta una serie di problemi soprattutto in quegli ordinamenti che, come il nostro, non prevedono la sovrapposizione degli elementi dell'indipendenza e della responsabilità. Ma all'interno del progetto su scala comunitaria
l'indipendenza viene assicurata dalla pluralità degli organismi che concorrono alla nomina e dal bilanciamento all'interno dell'Unione dei differenti interessi nazionali.
Il Corpus juris prevede che il PME sia un organo indivisibile e solidale: il carattere dell'indivisibilità implica che ogni atto compiuto dai uno dei membri sia imputabile al PME e che tutti gli atti di competenza del PME possano essere compiuti da uno qualsiasi dei suoi membri, inoltre in accordo col PGE, è previsto che ciascuno dei PED possa esercitare le sue funzioni sul territorio di qualsiasi Stato membro, collaborando con gli uffici del PED dello Stato in questione; il principio di solidarietà invece impone l'obbligo di assistenza tra i diversi PED, i quali, a loro volta debbono ricevere assistenza dai PM nazionali.
Nella versione Corpus juris 2000 si propone l'inserimento di una specifica previsione riguardante il rapporto tra il procuratore capo e gli altri componenti dell'ufficio, i quali risulterebbero obbligati a seguire le indicazioni del PGE. Non si può certo sottovalutare la percezione che in questo modo l'ufficio di pubblica accusa si trasformi in una struttura gerarchica, dove i PED siano tenuti a seguire delle indicazioni generali, oltre a dover riferire del proprio operato al PGE. Naturalmente queste sono solo possibili interpretazioni giurisprudenziali, ma preferibile sarebbe stata l'introduzione di una disposizione che avesse configurato il PGE come struttura sovraordinata da un punto di vista funzionale, chiamata ad adottare direttive in merito all'organizzazione dell'ufficio e di indirizzo generale nonché dotata del potere di sostituire il soggetto che non si attenga a tali istruzioni.
In ultima analisi, nell'ambito dei rapporti tra PME e PM nazionali (PMN), la principale obiezione riguarda il rischio di diverso trattamento tra i soggetti seguiti dal PME e dal PMN, anche se pare che la peculiarità delle euro frodi possa legittimare la diversità di disciplina, basandosi sull'idea di doppio binario adottata dai sistemi nazionali sul piano probatorio; non bisogna perdere di vista però che l'obiettivo del Corpus juris è proprio quello di uniformare il trattamento degli operatori economici che incorrano in infrazioni comunitarie nei diversi Stati membri.
Ricordiamo che il PMN ha l'obbligo di cooperare con il PME, tale aspetto potrebbe però avere risvolti problematici nei paesi in cui il PMN gode di un ruolo di reale indipendenza; per questo il Dispositivo di applicazione specifica che i PMN collaborano con il PME nella ricerca e nel giudizio delle eurofrodi, e sono tenuti a rispondere senza ritardi a tutte le richieste di assistenza e ordinanze del Giudice delle libertà.
In questo ambito rileva nuovamente anche il principio ne bis in idem: il PME ha il primato sul PMN per i giudizi a livello comunitario, infatti è impossibile che un soggetto che sia stato già giudicato sul piano europeo possa essere processato a livello nazionale in ragione dei medesimi fatti. Inoltre chi applica le disposizioni del Corpus juris deve tenere conto della misura in cui la persona giudicata abbia già scontato tutta la pena che potrebbe essergli stata inflitta da una giurisdizione nazionale per lo stesso fatto, nel momento in cui il giudizio dovesse essere riaperto in sede europea.
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Il Pubblico Ministero Europeo. Stato dell'arte e prospettive nello scenario dell'Unione Europea
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Informazioni tesi
Autore: | Giulia Terranova |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Scienze giuridiche |
Relatore: | Natalia Rombi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 100 |
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