I flussi turistici nella Locride. Un'indagine micro-territoriale

L’economia della Locride affonda le sue radici principalmente nelle produzioni agricole tradizionali (vino, olio, agrumi ecc.) che per molto tempo hanno rappresentato le principali attività dell’area ma anche nell’artigianato tipico della zona che però pur essendo un settore dal radicamento significativo è progressivamente in declino a causa della perdita delle conoscenze e degli antichi mestieri.
Non si hanno molte esperienze produttive diffuse sul piano collettivo, fatta eccezione per l’edilizia che comunque appare sempre più come un settore destinato ala riduzione in connessione alla prevedibile e futura contrazione demografica e alla necessità di fermare in qualche modo l’opera di deturpamento dell’ambiente perpetrata dall’abusivismo.

Il terziario è il settore più importante dell’area ma nonostante questo ruolo a esso non è mai stato riservato un programma d’interventi specifici finalizzato a realizzare spazi appositi per svolgere nelle migliori condizioni il suo ruolo.
Per questo la scelta dell’area di orientarsi verso il settore turistico è evidentemente sia una delle poche possibili e sia quella realizzabile con maggiore efficacia anche se la stessa non può restare esclusivamente un prodotto tradizionale ma richiede la combinazione di settori collaterali.
Le potenzialità turistiche dell’area sono a oggi notevoli ma poco sfruttate, il contesto territoriale appare essere sostanzialmente di notevole valenza turistica sia per il clima, sia per le qualità intrinseche del paesaggio che lo
scarso sviluppo economico ha finora preservato nei suoi caratteri originali, sia per la ricchezza di resti di civiltà insediate in loco di cui si è ampiamente parlato in precedenza.

Alla limitatezza dell’offerta alberghiera tradizionale si somma un’inadeguatezza degli ambienti ad accogliere forme differenziate di turismo, affinché il prodotto offerto possa essere più completo e fruibile in un periodo dell’anno più lungo. La precarietà degli insediamenti abitativi, la scarsa accessibilità delle zone interne e talvolta, paradossalmente, anche dello stesso mare e le generali condizioni di scarsa accoglienza del sistema, non riescono a essere controbilanciate dagli sforzi di molti degli operatori economici.
La mancanza di una cultura imprenditoriale orientata al moderno mercato turistico, fatta eccezione per alcuni casi pure importanti, e la mancanza di una tradizione turistica consolidata, spiegano il gap da altri sistemi calabresi e allo stesso tempo definiscono i nuovi obiettivi per il futuro: sole, mare, cultura, ambiente marino e rurale sono gli ingredienti su cui puntare per rilanciare la Locride attraverso un’offerta turistica integrata al servizio dello sviluppo territoriale.