LA VALUTAZIONE MATEMATICA DEI RISCHI NELLE IMPRESE BANCARIE: metodologie di sviluppo
Evoluzione dei metodi di misurazione dei rischi di mercato
A partire dalla seconda metà del Novecento, i rischi di mercato hanno assunto progressivamente una crescente importanza per le Autorità di Vigilanza internazionali, motivo per cui, nonostante la necessità di definire i requisiti patrimoniali anche per i rischi di mercato fosse già stata avvertita nel primo Accordo di Basilea del 1988, questa divenne, via via, sempre più doverosa per le banche internazionali, considerato l'incremento esponenziale delle attività di negoziazione e la crescente volatilità degli strumenti finanziari. Successivamente, la proposta del Comitato di Basilea ha armonizzato la normativa di vigilanza sui rischi finanziari, attraverso la presentazione della prima metodologia standard, detta anche building block approach, che prevedeva la sommatoria dei requisiti previsti per i diversi tipi di rischio. Seguirono, poi, numerose critiche che mostrarono profonde lacune, prima fra tutte l'incapacità di considerare una giusta riduzione del rischio apportata da un'oculata diversificazione del portafoglio.
Nel 1995, quindi, il Comitato di Basilea emanò un Progetto di Supplemento che introduceva rilevanti valutazioni nel metodo di misurazione dei rischi di mercato, tra cui anche la possibilità di utilizzare il metodo standard o il metodo basato su modelli interni di valutazione del rischio. In tale Progetto, inoltre, furono illustrate, per le banche che adottavano il modello di misurazione dei rischi, proposte riguardanti i requisiti di carattere, sia qualitativo, che quantitativo, al fine di garantirne l'attendibilità e l'affidabilità.
Inizialmente, per le banche che implementavano il nuovo sistema di misurazione interno, il requisito patrimoniale era dato dal maggiore tra il Valore a Rischio (VAR) del giorno precedente la segnalazione e quello calcolato nei 60 giorni precedenti, moltiplicato per tre. Poiché, però, tale modello fu soggetto a numerose critiche, in quanto ritenuto eccessivo il fattore moltiplicativo e, soprattutto, poco incentivante alla misurazione tramite i modelli interni, il Comitato di Basilea, nel 1996, propose un Emendamento all'Accordo sul Capitale, nel quale furono indicati, definitivamente, i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di mercato. Suddetto Emendamento offrì, dunque, alle banche la possibilità di preferire il metodo standard o il modello basato sul value at risk, garantendo la sicurezza aziendale e favorendo una maggiore libertà nelle strategie di gestione del portafoglio.
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LA VALUTAZIONE MATEMATICA DEI RISCHI NELLE IMPRESE BANCARIE: metodologie di sviluppo
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Informazioni tesi
Autore: | Manuel Brandi |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Teramo |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Economia bancaria |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 80 |
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