Le PMI verso i mercati internazionali.

In uno scenario così descritto le imprese si trovano costrette a elaborare e ri-elaborare il proprio posizionamento e le proprie strategie su scala mondiale. Obiettivo principale dell’impresa è di ottenere un vantaggio competitivo cioè di raggiungere e mantenere una redditività superiore rispetto ai propri concorrenti. Quest’obiettivo può essere raggiunto solo attraverso una precisa e attenta pianificazione strategica. Una visione strategica è necessaria in ogni situazione, ma lo è ancora di più quando l’impresa si affaccia nel mercato internazionale, dove le variabili da tenere in considerazione sono nettamente più complesse. Secondo Porter (1986) sul mercato globale, come in quello domestico, ci si confronta seguendo due strategie principali: ottenere un vantaggio di costo oppure di differenziazione. Sempre di più le imprese dei paesi emergenti riescono ad ottenere un vantaggio competitivo sui paesi sviluppati offrendo prodotti a prezzi bassi. Riuscire a fare questo, significa contenere i costi, sia quelli connessi al processo produttivo che quelli connessi all’approvvigionamento dei fattori produttivi. Le imprese dei paesi sviluppati, invece, tendono a scegliere la strategia di differenziazione che consiste nello sviluppare capacità e competenze distintive e difficilmente imitabili, così da poter offrire i propri prodotti ad un prezzo elevato. Si definisce premium price il prezzo più alto (con il quale l’impresa riesce a coprire i maggiori costi sostenuti) che i consumatori sono disposti a pagare avendo riconosciuto l’alta qualità e l’unicità del prodotto offerto. Sempre più importanza in questo caso, è riservata agli elementi intangibili connessi ai prodotti, quali: servizi e assistenza, condizioni di pagamento, una più agevole reperibilità e un’attenta e dettagliata comunicazione del prodotto stesso, della marca e dell’azienda. In realtà, oggi, si assiste a una crescente complessità di questi fenomeni per cui è sempre più frequente che anche le imprese di paesi come l’Italia o gli Stati Uniti, in alcuni settori, riescano ad essere competitivi sul prezzo. L’espansione dei mercati oltre il confine nazionale offre a queste imprese diverse possibilità: sfruttare le economie di scala e di apprendimento, avere un maggior accesso a nuove tecnologie e migliori condizioni di approvvigionamento delle materie prime. Di fondamentale importanza è la scelta del make or buy cioè l’individuazione di ciò che è più conveniente fare internamente all’azienda o comprare all’esterno. Alcune recenti esperienze d’internazionalizzazione permettono di riflettere su nuovi modelli, quelli basati sul make together. Paesi come il Giappone sono riusciti ad emergere e a diventare interpreti di un modello vincente di internazionalizzazione basato soprattutto su collaborazioni internazionali tra imprese.