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Il Regime di Non-Proliferazione Nucleare. Il Ruolo dell'Unione Europea e La Questione Nucleare Iraniana.

La Strategia contro la proliferazione di Armi di Distruzione di Massa

Il 21 ottobre 2003, i Ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito ottennero a Teheran da parte del Governo iraniano l’impegno ufficiale di applicare il Protocollo addizionale dell’AIEA ed iniziare la procedura di ratifica in seno al Parlamento dello stesso. Inoltre, le autorità iraniane dichiararono di volere sospendere volontariamente – come confidence-building measure – ogni attività legata all’arricchimento dell’uranio e al riprocessamento del combustibile esaurito; in cambio, essi chiedevano accesso a tecnologie moderne e maggiore cooperazione economica e commerciale con il Terzetto europeo (cioè i tre Paesi membri dell’Unione, Regno Unito, Francia e Germania), i quali a loro volta si impegnavano a promuovere la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente, soprattutto attraverso la creazione di una zona libera da armi di distruzione di massa.
Tale accordo – noto come “accordo di Teheran”- viene erroneamente chiamato “EU 3 Agreement”.
A riguardo, è importante evidenziare che i tre Ministri degli Esteri rappresentavano gli interessi dei loro rispettivi Paesi, pertanto non agendo sotto mandato dell’Unione Europea in quanto tale.
Sebbene l’U.E. – tramite la Presidenza del Consiglio – e i suoi Stati membri abbiano espresso il loro sostegno all’iniziativa diplomatica del Terzetto europeo, l’Unione non assunse il ruolo di interlocutore formale nei successivi sviluppi in relazione all’accordo di ottobre.
Fu solamente a fine autunno 2004 che si poté intravedere una politica europea più attiva in questo processo: al Vertice europeo di Bruxelles del 4 e 5 novembre, il Consiglio dell’Unione Europea380 dichiarò che “the European Union and its Member States would remain actively engaged – sostanzialmente attraverso le iniziative dei 3UE e dell’Alto Rappresentante PESC- with the objective of achieving progress on the Iranian nuclear issue…”.
Tuttavia, già in passato l’Unione Europea aveva intrattenuto relazioni con la Repubblica Islamica; nel dicembre 2002, infatti, erano stati aperti i negoziati per un Trade and Cooperation Agreement (cooperazione economica e commerciale); nel mandato a negoziare con la controparte iraniana, il Consiglio sottolineò il valore e il significato della relazione tra la doppia conclusione di un tale Trade and Cooperation Agreement e di una serie di accordi concernenti dialogo politico e lotta al terrorismo.
Quando si aprirono i negoziati bilaterali UE- Iran, emersero peraltro le prime indiscrezioni sulla natura e sullo scopo del programma nucleare iraniano, tenuto segreto per ben 18 anni (1986 – 2003) nei confronti del mondo intero, soprattutto nei riguardi dell’AIEA. Fu allora fatto presente, di nuovo e in varie sedute del Consiglio, che la risoluzione pacifica del contenzioso sul nucleare iraniano con l’Agenzia viennese era condizione necessaria per la conclusione del TCA e per “the continuation of the overall process between the UE and its Member States relationships with Iran”.
Le attività dell’Unione Europea e dei singoli Stati membri nei confronti della Repubblica Islamica sono state influenzate dai dibattiti in seno alle istituzioni comunitarie su una politica più coerente e “di largo respiro” in tema di non proliferazione di ADM. Queste discussioni sfociarono, nel dicembre del 2003 nell’adozione della Strategia contro la proliferazione di armi di distruzione di massa.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Regime di Non-Proliferazione Nucleare. Il Ruolo dell'Unione Europea e La Questione Nucleare Iraniana.

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Informazioni tesi

  Autore: Enrico Fiorentini
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Studi europei e internazionali
  Relatore: Luisa  Antoniolli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 192

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Parole chiave

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