Il simbolismo acquatico nella prosa di Mihai Eminescu

Si dedicò con la medesima passione sia alla poesia che alla prosa; il suo esordio come scrittore risale al 1886, anno in cui morì il suo primo professore, Aron Pumnul e i suoi studenti decisero di scrivere un volume in suo onore: Lăcrămioarele invăţăceilor gimnaziaşti (Lacrime degli studenti del ginnasio) nel quale appariva la poesia di Eminescu La mormàntul lui Aron Pumnul (Alla tomba di Aron Pumnul). Nello stesso anno scrisse De-aş avea (Se avessi, 1866), ma la consacrazione a poeta avvenne con la pubblicazione della bellissima poesia Venere şi Madona in Convorbiri literare nel 1870.
Da questo momento inizia il periodo di attività più intensa, che si concluderà nel 1883 in seguito alla comparsa dei primi sintomi della malattia.
Ricordando alcune delle sue eccellenti opere non va tralasciata la poesia Epigonii (Epigoni) pubblicata sempre nel 1870 in Convorbiri literare, in cui viene espressa una lode per gli antichi scrittori ed una esaltazione per il passato contro un presente decadente. Circa nove anni più tardi comparvero le Scrisori (Epistole), quattro epistole in cui vengono trattati i temi della inutilità dell'azione umana, della celebrazione del passato contrapposto al presente corrotto, della sfiducia nelle relazioni amorose; temi dal sapore pessimista, probabilmente dovuti alle tristi esperienze che il poeta visse in quel periodo (lontananza dalla donna amata, primi segni di malattia).
Lo studio delle sue opere in ordine cronologico permette di capire l'evoluzione delle sue idee e del suo pensiero filosofico, fortemente influenzato dai grandi pensatori tedeschi, come Schopenhauer ed Hegel. Nonostante abbracciò le idee del pensiero occidentale, nella coscienza del poeta rimarrà sempre vivo il sostrato autoctono e l'interesse per le tradizioni del suo popolo; ecco perché possiamo affermare che Eminescu ebbe un pensiero sincretico, fu una sintesi e "la più alta incarnazione dell'intelligenza rumena".
Disprezzava l'affannarsi degli uomini per le questioni terrene e quotidiane e sosteneva un freddo distacco nei confronti di questo mondo; questa filosofia contrasta però con ciò che realmente fu il suo temperamento e la sua personalità, dato che fu sempre sensibile, attento ed impegnato nelle vicende del suo tempo. Tuttavia le spiacevoli esperienze della sua vita piano piano spensero questo ardore e fu così che si venne a costruire questo suo pensiero scettico e pessimistico.
Anche riguardo l'amore il poeta segue un percorso che lo porterà da una visione gioiosa e passionale ad una di sofferenza e delusione; negli ultimi componimenti infatti la donna non comprende più i sentimenti e gli ideali di chi la ama (due esempi fra molti, Dalila nella quinta Scrisoare o Cătălina in Luceafărul); "Eminescu presenta la figura della donna amata idealizzandola, rendendola incantevole, divina, irraggiungibile: una donna marmorea. […] I manoscritti successivi non alludono più minimamente a quest'immagine femminile: la donna amata, nell'evoluzione dell'ode emineschiana, finisce col fondersi con una sofferenza che appare, quasi, personificata, dalla quale il poeta apprende il diletto della morte". All'interno della prosa, che appartiene quasi interamente al periodo giovanile, e su cui si focalizzerà ora l'attenzione, la donna mantiene comunque la sua identità di angelo e le sue qualità positive.