Fonti di finanziamento delle imprese high-tech

La figura principale operante in questo mercato è quella del business angel, cui si rivolge l’imprenditore innovatore nella fase di early stage dell’impresa innovativa (ovvero nelle fasi seed e start up). Si tratta di un soggetto privato, ex manager di grandi imprese o imprenditore che ha ceduto la propria attività monetizzando il patrimonio familiare, quindi dotato di un’elevata liquidità, che sa come gestire un’azienda e che possiede una ricca rete di contatti e conoscenze in diversi settori industriali.
I business angels investono direttamente in imprese ancora piccole ma ad alto potenziale di crescita tramite un contratto azionario, ponendo però come condizione essenziale il coinvolgimento nell’attività aziendale; utilizzano fondi di loro proprietà (sui 100000-200000 euro) e la ricerca e la selezione dell’investimento avvengono con modalità informali (da qui il nome di “informal venture capitalist” con cui vengono spesso definiti); in particolare, la scelta dell’investimento è spesso motivata non soltanto dalla bontà o dalle potenzialità di business dell’idea, ma anche e soprattutto dalla qualità del rapporto personale che si instaura con l’imprenditore innovatore.
L’investimento è di breve durata, infatti l’obiettivo di questa figura è quello di trovare dopo 3-4 anni un nuovo interlocutore a cui vendere, ricavando così la propria plusvalenza; le imprese, a loro volta, ottengono la liquidità per lanciare le proprie idee sul mercato.
Rispetto al venture capitalist, il business angel esercita un minore controllo sull’azienda e ha un minor valore aggiunto nel supporto al management. In Europa e negli Stati Uniti, il fenomeno degli “angeli d’impresa” è diffusissimo: in Francia, ad esempio, ve ne sono oltre 4 mila che investono in media 150/200 mila euro ad operazione, per un giro d’affari complessivo di oltre 100 milioni di euro all’anno.
In Italia vi è ancora un numero piuttosto basso di questi investitori (circa 200) sparsi per tutta la penisola, ma con una maggiore concentrazione al Nord (Lombardia e Piemonte in testa); essi investono in società operanti nei settori più innovativi, quali energie rinnovabili, piattaforme informatiche e videogiochi e la quasi totalità aderisce all’IBAN (Italian Business Angels Network), l’Associazione Italiana dei Business Angels costituita nel 1999 con lo scopo di promuovere l’attività di investimento in capitale di rischio da parte degli investitori informali. Essa offre online una vetrina di business in cui vengono fornite informazioni relative ai progetti imprenditoriali alla ricerca di finanziamenti e, inoltre, organizza la Business Angel Academy, un progetto europeo la cui finalità è aiutare i business angels nella loro attività di sostegno ai giovani ricercatori ed innovatori che desiderano trasformare le idee in imprese.