Misure di rischio spettrali
Verso Basilea III
Ancora una volta, i limiti evidenziati dalla seconda versione dell’Accordo, e non solo, portano a una revisione della regolamentazione prudenziale e alla nascita di Basilea III.
Il 12 settembre 2010 i governatori delle banche centrali si sono riuniti nel comitato per la supervisione bancaria dando vita alla bozza di riforma che è stata poi sottoposta ai capi di stato del G-20 nel novembre dello stesso anno per avere l’approvazione definitiva.
Senza dubbio la riforma cerca di superare i problemi che sono stati individuati in Basilea II, e nel contempo, essa vorrebbe soprattutto rappresentare una risposta agli ultimi eventi che hanno travolto l’economia globale.
Quanto detto è bene evidenziato dalle parole del vice direttore generale della Banca d’Italia, Giovanni Carosio, il quale in un proprio intervento del maggio 2010 sostiene che: “la crisi che ha colpito due anni fa il sistema finanziario internazionale e che tuttora produce effetti negativi per l’economia mondiale ha fatto ritenere indispensabile un complessivo ripensamento della regolamentazione prudenziale. Sebbene la crisi sia stata la conseguenza di molti fattori concomitanti, certamente l’apparato regolamentare e di supervisione del settore finanziario non è stato in grado di prevenire l’eccessiva dilatazione dei rischi o di imbrigliare la trasmissione della turbolenza finanziaria”.
L'entrata in vigore sarà graduale: dal primo gennaio 2013 si arriverà alla piena attuazione il primo gennaio 2019, una gradualità necessaria per andare incontro alle imprese e per permettere alle banche di potersi adeguare ai nuovi requisiti nei tempi previsti continuando peraltro ad assicurare i necessari flussi di credito all'economia.
Al centro del futuro quadro prudenziale permane l’attenzione verso le regole sull’adeguatezza del capitale. In particolare è stato deciso un innalzamento della quantità e della qualità del patrimonio regolamentare in modo che una banca nella sua operatività sia meno esposta a eventuali contraccolpi in caso di crisi.
In questo modo tutte le maggiori banche mondiali verranno poste sullo stesso piano, e ciò potrebbe risultare vantaggioso soprattutto per le istituzioni italiane. Sicuramente le banche ne usciranno meno redditizie, ma d’altra parte anche molto più solide e sicure.
Ed è proprio questo lo scopo della riforma: rendere più prudente il sistema finanziario e metterlo nelle condizioni di affrontare le crisi future assumendo una posizione di maggiore solidità.
Grande attenzione è stata pure dedicata al problema della prociclicità (uno dei limiti evidenziati in Basilea II). È stato chiesto alle autorità di stabilire regole prudenziali e principi contabili che possano evitare la tendenza del settore finanziario a favorire la crescita del credito all’economia nei periodi di espansione e a ridurla drasticamente all’inversione del ciclo.
A tal fine verrà richiesto alle banche di mantenere un buffer di capitale aggiuntivo sopra il minimo regolamentare e che dovrà essere costituito da capitale di elevata qualità.
L’ammontare complessivo del buffer sarà dato dalla considerazione di diverse componenti e si tratterà di un buffer specifico, definito in base alle caratteristiche proprie di ogni intermediario.
Tale buffer ha l’obiettivo di contenere le fluttuazioni del requisito minimo per le banche che adottano i modelli interni per il rischio di credito (soprattutto per quelle che hanno sviluppato sistemi di rating che risentono maggiormente delle oscillazioni cicliche).
Oggetto di un ulteriore focus è stato il rafforzamento delle regole per il controllo del rischio di liquidità.
La recente crisi finanziaria, infatti, ha mostrato come il rischio di liquidità si manifesti in maniera così rapida e intensa da creare effetti considerevolmente negativi sulla stabilità degli intermediari e in generale dell’intero sistema in condizioni di incertezza nei mercati.
Il Comitato di Basilea vuole evitare che squilibri nella gestione della liquidità possano pregiudicare la stabilità del singolo intermediario e del mercato intero che potrebbe esserne a sua volta condizionato tramite effetti di contagio.
Due regole in particolare sono richieste alle banche: innanzitutto, è richiesto di disporre di cuscinetti di attività liquide in grado di coprire deflussi di cassa attesi in un orizzonte temporale di 30 giorni senza ricorrere al mercato e anche in condizioni di stress molto severe; in secondo luogo si chiede di evitare squilibri strutturali nella composizione per scadenza delle passività e attività di bilancio.
Ovviamente, non mancano le prime critiche sull’Accordo e i timori del sistema bancario e soprattutto del sistema imprese. Si teme che regole troppo rigide a cui le banche devono attenersi, rendano queste ultime meno propense a concedere finanziamenti, limitando quindi gli investimenti delle imprese e, indirettamente, lo sviluppo dell'economia.
Il rischio è che le banche che devono adeguarsi ai nuovi parametri regolamentari siano costrette a eccessive ricapitalizzazioni allentando i finanziamenti e rendendo ancora più tesi i rapporti con le imprese. Secondo il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, le banche italiane “saranno in grado di muoversi verso livelli patrimoniali più elevati con gradualità, assicurando al tempo stesso il sostegno alle imprese e all’economia (...) le aziende di credito italiane sono complessivamente solide, hanno requisiti patrimoniali superiori ai minimi, nella media internazionale e in molti casi sono migliori. Alcune banche hanno patrimoni inferiori alla media internazionale ma il capitale è di qualità migliore. E proprio perché la qualità del capitale delle banche italiane è migliore di quello delle concorrenti estere, avranno meno problemi con la nuova calibrazione dei requisiti richiesti”.
Anche secondo il governatore della Banca d’Italia, il requisito della gradualità sarà fondamentale affinché tutte le banche possano raggiungere i livelli di patrimonio previsti dalle nuove norme senza eccessivi problemi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Misure di rischio spettrali
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Informazioni tesi
Autore: | Antonella Monaco |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Finanza |
Relatore: | Emanuela Rosazza Gianin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 82 |
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