Bambini in ospedale e amici a quattro zampe. Pet Ped: il progetto di Attività Assistite con Animali del Dipartimento di Pediatria di Padova
Gli animali coinvolti nei programmi assistiti
Spesso si parla di “uso dell’animale”, o di “animale come strumento terapeutico”, oppure si considera l’animale come un guaritore, capace di emanare influssi positivi o di raccogliere su di sé le energie negative che hanno portato alla malattia di una determinata persona. Invece la beneficialità della Pet Therapy deriva dalla relazione che si va a creare tra la persona e l’animale; quest’ultimo, pertanto, è un soggetto coinvolto e partecipe, che proprio per la sua diversità è in grado di dare al paziente un contributo per il suo cambiamento.
L’evento relazionale deve essere autentico e dare benefici, sia per il fruitore, sia per l’animale. Autentico, però, non significa casuale, perché aspettare che tutto avvenga secondo casualità non garantirebbe un incontro tra uomo e animale. Viene giustificata, quindi, la presenza del coordinatore dell’intervento e del coadiutore, i quali guidano il fruitore verso un’interazione graduale con l’animale; ma ciò non risulta essere ancora sufficiente, in quanto devono essere scelti animali in grado di interagire con l’uomo e di porsi all’interno di una vera e propria situazione relazionale.
Di seguito vengono elencate le caratteristiche da ricercare negli animali che vengono coinvolti in programmi di AAA/TAA/EAA.
In primo luogo, l’animale deve accettare la vicinanza e il contatto con l’uomo; la seconda caratteristica da prendere in considerazione è l’aver superato in modo adeguato un’importantissima fase di sviluppo, ossia la fase di socializzazione; in particolare, per la Pet Therapy è fondamentale lo sviluppo della socializzazione secondaria, ossia la capacità di avere con gli eterospecifici degli stili interattivi adeguati: nelle interazioni con l’uomo, ad esempio, significa giocare insieme o lasciarsi accarezzare e coccolare.
Per raggiungere la fase di socializzazione secondaria, l’animale, però, deve prima aver sviluppato la socializzazione primaria, ovvero la capacità di attuare dei comportamenti adeguati con i propri simili, la quale deriva da un buon legame di attaccamento con la madre in quanto quest’ultimo costituisce un primo modello di relazione.
Prima di procedere all’inserimento di un animale in un determinato programma terapeutico, inoltre, è necessario accertarsi che questo possegga determinate caratteristiche: l’affidabilità, ossia la capacità di comportarsi allo stesso modo in situazioni simili tra loro, che è correlata con la prevedibilità del comportamento; la controllabilità, infatti l’animale deve poter essere gestito e guidato dal suo conduttore, dal terapista o dalle persone che si prendono cura di lui. È fondamentale che l’animale ispiri sicurezza, ossia deve far sentire a proprio agio a dare fiducia al paziente, il quale, non deve aver paura o sentirsi minacciato o infastidito.
Gli animali della Pet Therapy, inoltre devono essere socievoli, docili (da ricordare che la docilità deriva dallo sviluppo filogenetico, ma anche dal lavoro educativo) e capaci di entrare in relazione con l’uomo evitando comportamenti scorretti o eventualmente pericolosi, come mettere le zampe addosso o mordere.
Infine, l’animale non deve presentare instabilità emotiva, deve sapersi adattare a situazioni differenti tra loro, anche se caratterizzate da un certo livello di problematicità, come rumori improvvisi, movimenti bruschi o barcollanti del paziente.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Bambini in ospedale e amici a quattro zampe. Pet Ped: il progetto di Attività Assistite con Animali del Dipartimento di Pediatria di Padova
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Informazioni tesi
Autore: | Nicole Zulian |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Terapia della Neuro e Psicomotricità dell'età evolutiva |
Relatore: | Maurizio Salis |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 129 |
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