''I, John Fante and Arturo Bandini, two in one, friend of man and beast alike'': autobiografia, riscrittura e formazione in John Fante

Prima di presentare i tredici racconti che compongono Dago Red come una sorta di Bildungsroman, è necessario parlare di alcune caratteristiche della scrittura fantiana.
Innanzitutto bisogna dire che per Fante il confine tra short story e novel è piuttosto labile o, meglio, l‟una condiziona e contamina l‟altra. Quando in The Road to Los Angeles il proprietario del Jim‟s Place chiede ad Arturo: «”[…] What do you write? Stories? Or plain fiction?”» (RL 28), l‟aspirante scrittore risponde: «”Both. I‟m ambidextrous.”» (RL 28). Attraverso il suo alter ego Fante definisce se stesso, “ambidestro” perché in grado di passare con facilità dal racconto al romanzo. Diverse volte egli trasforma una short story, inedita o pubblicata, in un capitolo di romanzo; lo si vede, ad esempio, nell‟episodio del salumiere Craik in Wait until Spring, Bandini, per il quale riutilizza con minime variazioni il racconto Charge it, pubblicato nell‟aprile del 1937 su “Scribner‟s Magazine”. Questa fluidità è tipica soprattutto degli anni Trenta ed è il motivo per cui, come rimarcato da Emanuele Trevi, quasi ogni capitolo dei primi romanzi di Fante (The Road to Los Angeles, Wait until Spring, Bandini e Ask the Dust) «[…] sviluppa pienamente una particolare situazione narrativa, e con lievi modifiche potrebbe essere letto autonomamente, alla stregua di un racconto […]. Non è un caso, del resto, che prima della prima traduzione italiana di Aspetta primavera, Bandini, uscita da Mondadori nel 1948, alcuni capitoli del romanzo siano stati tradotti separatamente […]
Per la stessa ragione i racconti di quegli anni, posti gli uni accanto agli altri, possono costituire un continuum narrativo che li rende del tutto simili ad un romanzo. È il caso della raccolta di Dago Red, edita nel 1940 e composta di tredici short stories di cui nove già pubblicate negli anni precedenti (a partire dal 1932) su alcune riviste (in particolare su “The American Mercury” in cui apparvero sette dei racconti che comporranno il libro).
Il titolo originariamente pensato da Fante era The Odyssey of a Wop, lo stesso di una delle short stories. Già questo è un indizio del fatto che lo scrittore avesse in mente ben più che una semplice raccolta di racconti: quello che voleva fare era narrare l‟odissea del suo primo alter ego, Jimmy Toscana. Altri elementi indicano che queste storie possono essere facilmente viste come capitoli di un romanzo. In primo luogo il fatto che il protagonista sia sempre lo stesso, in secondo che la disposizione dei racconti non sia casuale ma cronologica, volta a raccontare la storia di Jimmy dai nove ai trent‟anni circa. Quello che viene mostrato in Dago Red è, dunque, un percorso, un passaggio dall‟infanzia all‟adolescenza all‟età adulta, dal Colorado alla California. Ed è questo aspetto che rimanda al titolo del mio capitolo e che mi ha indotta ad analizzare Dago Red come Bildungsroman.
Genere che trova le sue origini nella letteratura tedesca della fine del Settecento, il Bildungsroman presenta alcuni importanti tratti distintivi. Innanzitutto esso si pone come il “romanzo della gioventù” per eccellenza, mettendo al centro la fase più conflittuale nell‟esistenza di un individuo. E il romanzo di formazione ha come scopo fondamentale quello di dar luce ad un conflitto e rappresentarne la risoluzione. Il momento di scontro nasce dal contrasto percepito dall‟individuo tra ciò che egli desidera per se stesso ed il mondo esterno, che impone delle regole differenti rispetto a quelle interiori. Il capostipite di questa tipologia di romanzo è, come noto, il Wilhelm Meister. L‟omonimo protagonista è un personaggio che, appunto, si trova a dover scegliere tra due direzioni: portare avanti l‟attività paterna oppure perseguire il proprio sogno artistico. Per dare avvio al processo di crescita è necessario che Wilhlem assecondi i propri desideri, perché ciò che caratterizza il romanzo di formazione è la capacità dei personaggi di esprimere la propria voce interiore. Per meglio dire, nel Bildungsroman il giovane sceglie un tipo di vita in cui predomini l‟essere sull‟avere, di conseguenza si indirizzerà verso un mestiere che si accordi con il proprio carattere.