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Surrogates, Daybreakers, Repo Men – Il corpo in sparizione nel cinema contemporaneo

Automi sostitutivi, vampiri e protesi artificiali: il corpo umano tra sparizione e ricomparsa.

Si sono a questo punto tratteggiate le coordinate generali entro le quali avviene la crisi del corpo, delle sue tematizzazioni e delle sue figurazioni, nel cinema contemporaneo degli ultimi anni. Le pagine che seguono saranno improntate ad un’analisi specifica e mirata di alcuni film che, nella convinzione di chi scrive, nel loro impianto narrativo e nelle loro configurazioni figurative, mettono
concretamente in opera e testimoniano visibilmente di quei processi ditrasformazione e riconfigurazione che investono il corpo, dei quali abbiamo dato precedentemente conto a livello teorico.
I tre film appartengono al macro-genere della fantascienza distopica (area tipicamente molto prolifica per quanto riguarda la riflessione sui corpi), anche se vi sono delle differenze e delle sfumature sottili tra un film e l’altro, ma anche
all’interno dei singoli film, che ne rendono difficile e improduttiva la collocazione all’interno di uno specifico genere. Si tratta di Surrogates (Il mondo dei replicanti,2009), di Jonathan Mostow, di Daybreakers (Daybreakers – L’ultimo vampiro,2009), dei fratelli australiani Michael e Peter Spierig, e di Repo Men (2010), diMiguel Sapochnik.
Questi tre film sono infatti largamente focalizzati sul tema del corpo apparentemente destinato alla scomparsa e alla smaterializzazione nello scenario invaso dalla tecnologia più avanzata. In ogni film, come si vedrà, sono raffigurati corpi che oscillano tra la completa sparizione e la difficile quanto ostinata permanenza come residui: avremo un corpo immobilizzato, confinato e isolato ne Il mondo dei replicanti, un corpo umano brutalmente assoggettato e a rischio di estinzione nel film Daybreakers, e infine un corpo violato, scarnificato e assottigliato dall’invadenza delle protesi artificiali in Repo Men.
Descrizioni che risultano efficaci ed emblematiche perché riflettono sullo statuto dei corpi a livello generale, su scala globale, non indirizzandosi su singoli episodi o narrazioni circoscritte e particolari. In ognuno dei film infatti viene presentato
un modello di società del futuro che propaganda un radicale annullamento ed annientamento dei corpi, della fisicità e della materialità dell’esperienza umana.
Dal momento che oscillano tra le due posizioni, tra il tramonto del corpo e la sua presenza incerta come residuo, queste pellicole rendono figurativamente questa opposizione, mettendo in scena, accostandoli, facendoli scontrare ed andare in cortocircuito i poli opposti dell’umano e dell’artificiale (gli umani e i surrogati de Il mondo dei replicanti), della vita e della non-morte (la razza umana e la popolazione di vampiri in Daybreakers), dell’organico e dell’inorganico (i tessuti anatomici e le protesi sintetiche in Repo Men).
Con un’indicazione comune di fondo che sembra emergere da ognuno dei tre film:la centralità e la preminenza del corpo, e quindi la sua rappresentazione al cinema, sembra non potersi più dare a priori, come dato di fatto naturale, costitutivo della
natura umana. Questa presenza e questo ruolo il corpo sembra doverselo ora conquistare, potendo raggiungerli solo lasciandosi invadere e contaminare dalle tecnologie, dall’azione intrusiva delle protesi artificiali all’interno della carne.
Assumendo pertanto l’altro, il diverso, l’elemento estraneo all’interno di sé,incarnandolo, per riaffermare successivamente, con più forza e con più coscienza di prima, l’importanza e la peculiarità della propria natura corporea.
Lasciarsi sostituire da un surrogato sintetico che viva al nostro posto (Il mondo dei replicanti), lasciar mutare il proprio corpo in quello di un vampiro succhiasangue (Daybreakers), sottoporsi all’innesto di organi artificiali (Repo Men), abbandonare il proprio corpo naturale, cambiare pelle, accogliere in sé la diversità insomma come unica via per fronteggiare e difendersi dall’ingerenza e dal contagio dei simulacri artificiali e dei doppi dell’umano, ritrovando una rinnovata fiducia nell’integrità e nelle potenzialità del corpo, che però, nello scenario postmoderno,si trovano almeno parzialmente incrinate per sempre.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Surrogates, Daybreakers, Repo Men – Il corpo in sparizione nel cinema contemporaneo

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Badella
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Silvio Alovisio
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 126

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