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Bruno Bruni da Pasolini alla ''Gondola''. Uno sguardo sul neorealismo.

Gli anni a Casarsa sotto la guida del “maestro” Pier Paolo Pasolini

Troviamo Bruno Bruni accanto al coetaneo e compagno di classe Nico Naldini, tra i più giovani fondatori dell'”Academiuta di lenga furlana”. La sua presenza letteraria data anzi sin dal primo Stroligut di cà da l’aga dell'aprile 1944: una presenza certo influenzata dal maestro nei temi idilliaci e nella celebrazione della civiltà cristiana e contadina, dimostrando un'acquisizione linguistica già sicura e qualche fresca immagine.

L'adolescente Bruni si rivela presto come uno dei ragazzi più promettenti e ne Il Stroligut dell'anno successivo pubblica, usando l'acquisito friulano casarsese, tre poesie proprie e una tradotta dall'inglese di W. Wordsworth. In particolare, il Discors tra un fantat e na suvita (Discorso tra un ragazzo e una civetta), che presta l'idea al titolo dell'intera opera pubblicata nel 1993, è interpretabile allegoricamente come angoscia giovanile, pur in un contesto di quiete campestre, verso l'incombenza di sciagure e della stessa morte.

L'ultima poesia friulana di Bruno Bruni, Freidae calma l’aga dal fossal (Fredda e calma l'acqua del rivolo) esce nel numero di aprile del 1946 de Il stroligut, che chiude la breve serie della rivista. Durante gli anni che precedono la fondazione de “l'Academiuta”, Bruni frequenta il liceo –ginnasio “Statini” di Udine e allo stesso tempo cerca di guadagnare qualche soldo attraverso il commercio di moto e automezzi lasciati dagli alleati.

Fa parte della gioventù spavalda e irridente che si sposta tra sagre paesane, balere, ragazze e nuotate nel Tagliamento. Le sue letture, oltre ai testi scolastici, restano varie: con Pasolini impara ad amare alcuni poeti italiani (Ungaretti, Saba, Montale, Penna), spagnoli (Machado, Jiménez, Lorca), francesi (Mallarmé, Rimbaud) e le letterature minori (come i provenzali, i catalani, i rumeni): alla biblioteca parrocchiale prende invece a prestito grandi romanzi russi dell'Ottocento tradotti dal francese; con la nuova collana economica Bompiani gli si aprono gli orizzonti dell'America con Calwell, Faulkner, Poe, Sinclair, Lewis, Hemingway, Dos Passos, Steinbeck…

“L'Academiuta” si scioglie nell'agone di eventi che lacerano il tessuto comunitario. Pier Paolo Pasolini s'immerge in una intensa stagione politica assumendo la leadership intellettuale del movimento comunista. La situazione è però destinata a precipitare. Il clima moralista che travolgerà Pasolini e lo costringerà alla fuga sarà paradigma della sconfitta dei braccianti e disoccupati, del riemergere dei vecchi ceti dominanti, dell'emigrazione di massa che spopolerà di lì a poco..

Lo stesso Bruni conclude in quel periodo la stagione friulana abbandonando Casarsa per Venezia. «[…]Pasolini mi ha aperto alla cultura, alla vita, alla politica, alla letteratura. […]Lui ci dava gli stimoli giusti per farci percorrere la non facile strada della composizione. Aveva un modo di “fare scuola”, di insegnare, che sapeva darti continuamente qualcosa di nuovo. Pronto e disponibile: sarebbe stato un pedagogista formidabile.» Durante gli anni di Casarsa, Bruno Bruni rappresenta la volontà e la capacità di inserirsi in un nuovo ambiente e di recepire, sommandola alla propria, un'identità linguistica e culturale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Bruno Bruni da Pasolini alla ''Gondola''. Uno sguardo sul neorealismo.

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Informazioni tesi

  Autore: Roberta Vignato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Dams - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo
  Relatore: Fabio Amodeo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 80

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Parole chiave

dopoguerra
letteratura
venezia
fotografia
neorealismo
pasolini
friuli
casarsa della delizia
accademiuta
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