Relazione Pay-Performance, proprietà e concorrenza: verifiche su un campione di imprese italiane quotate
I principali modelli di capitalismo
Prima di introdurre i concetti di Corporate Governance e i meccanismi di cui essa si avvale per garantire la tutela degli interessi degli investitori, è opportuno volgere l’attenzione ai principali modelli di capitalismo che si sono andati affermando nei paesi industrializzati, modelli che hanno dato vita a sistemi di CG differenti, poiché diverso risulta il modo con cui si attua e con cui viene gestita la separazione tra proprietà e controllo. È infatti possibile distinguere tra il modello anglosassone, caratteristico del Regno Unito e del Nord America, quello renano o germanico-giapponese ed infine quello latino; si noti inoltre che non esiste un modello superiore in senso assoluto, poiché ognuno di essi presenta caratteristiche differenti, nonché vantaggi e svantaggi.
Il modello anglosassone è anche definito sistema Market Oriented per l’estrema importanza rivestita proprio dal mercato azionario e dal mercato per il controllo societario nel disciplinare il comportamento manageriale. L’impresa anglosassone è la Public Company caratterizzata da una proprietà altamente diffusa e frazionata tra numerosi piccoli azionisti che non partecipano alla gestione aziendale, demandata ai managers i quali pertanto detengono i diritti di controllo, ma che sono perlopiù interessati ai profitti generati dall’impresa e alla possibilità di vendere con facilità i propri titoli. Un azionariato anonimo e fortemente mobile richiede ovviamente la presenza di un mercato finanziario efficiente e sensibile, in grado di monitorare con continuità le imprese e di inglobare qualunque informazione di interesse circa le performance dell’azienda, i dati di bilancio e qualunque altro evento di rilievo. In questo contesto dunque il principale parametro di valutazione della bontà di una società è costituito dall’andamento delle quotazioni e, nonostante la presenza di un Consiglio di Amministrazione organizzato in genere secondo un modello di tipo monistico, il vero controllo sull’operato dei dirigenti è esercitato dal mercato e dal timore di take-over. Un modello di questo tipo consente, attraverso la rapida capacità di reazione del mercato, di ridurre la burocratizzazione, ancora è in grado di suddividere i rischi tra numerosissimi azionisti e di mantenere costantemente in tensione il management, tuttavia finisce con il comportare un’eccessiva propensione al breve periodo da parte dei managers, con dannose ripercussioni per la competitività della società.
Venendo ora al modello renano, questo a sua volta è definito sistema Relationship Oriented per via delle relazioni e delle forme di controllo sull’operato del management che si vengono a formare all’interno della società. Il mercato finanziario in questo caso perde gran parte della sua importanza, lasciando il controllo in mano a forti intermediari finanziari, in gran parte banche, che partecipano in maniera attiva ai Consigli di Amministrazione, questa volta organizzati perlopiù secondo un modello di tipo dualistico. Dunque in queste società si assiste alla presenza di un nucleo ristretto di azionisti di riferimento, il cosiddetto “nocciolo duro”, in possesso di partecipazioni rilevanti con cui, grazie alla presenza di sindacati di voto, sono in grado di esercitare un controllo effettivo sulla società.
Essi sono diversi da famiglie o singoli individui, sono coinvolti nella gestione aziendale anche perché dotati delle adeguate conoscenze e competenze, e apportano un capitale definito paziente, la cui remunerazione si realizza nel lungo periodo.
Dall’altro lato invece vi sono gli azionisti di minoranza, definiti “parco buoi”, i quali conferiscono capitale temporaneo. La presenza da un lato degli intermediari finanziari e dall’altro dei managers inoltre dà luogo ad un insieme di rapporti caratterizzati da una certa complessità ma anche stabilità, poiché generalmente i soggetti coinvolti puntano alla continuità aziendale, tanto da rendere le scalate societarie piuttosto rare. In un ambiente con queste caratteristiche, ovvero con un mercato azionario poco sviluppato, con scarse possibilità di scalate e deboli leggi antitrust è però facile assistere a collusioni tra i managers e i rappresentanti degli intermediari.
È infine possibile concludere considerando ancora il modello latino, tipico di paesi quali la Francia o l’Italia. Questo modello di capitalismo, definito anche Bank Oriented, è caratterizzato dalla presenza di un azionista il quale può essere anche un unico individuo oppure un gruppo, che detiene la maggioranza assoluta, assicurandosi così il controllo della società e salvaguardandosi dal rischio di scalate.
In contesti di questo genere il ruolo dei mercati azionari risulta fortemente ridotto e marginale, e questo minore grado di sviluppo rende molto più difficile per le società finanziarsi ricorrendo ad emissioni azionarie, costringendole così a reperire le risorse tramite forme di debito presso le banche, il che spiega il nome di Bank Oriented.
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Informazioni tesi
Autore: | Elizabeth Paradiso |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Politecnico di Torino |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria gestionale |
Relatore: | Laura Rondi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 191 |
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