Outsourcing di logistica

Ci sono due estremi nel considerare l’outsourcing logistico, c’è il caso in cui la logistica che diamo in affidamento a terzi era prima svolta internamente, ma esiste anche il caso in cui ci si rivolge al terzista per chiedere prestazioni che non erano prima alla nostra portata o addirittura servizi per noi nuovi.
Naturalmente la differenza tra le due situazioni è sostanziale, mentre nel primo caso conosciamo bene il servizio che abbiamo richiesto, sappiamo cioè come va fatto, quanto costa e siamo in grado di misurare le prestazioni del fornitore; nel secondo caso non abbiamo i giusti elementi e le giuste esperienze per fare ciò. Nel primo dei due estremi quindi, la logistica data a terzi, rimane totalmente sotto controllo, almeno per i primi periodi, in quanto ho le competenze giuste per poter fronteggiare e riconoscere qualsiasi tipo di imbroglio.
A mano a mano che ci dirigiamo verso il secondo estremo la selezione del fornitore logistico diviene sempre più difficile in quanto all’impresa che non ha i giusti riferimenti non resta che fidarsi.
Tra questi due estremi citati si possono verificare una molteplicità di intermediazioni che riflettono la maturità delle due parti contraenti e le relative necessità logistiche.
Una possibile classificazione delle tipologie di outsourcing logistico attualmente più utilizzate può essere questa:
- Cessione di servizi operativi in cui l’azienda mantiene però il controllo;
- Contratto di fornitura di servizi logistici in cui l’impresa affida completamente la gestione del servizio, o di un intero ramo d’impresa, a un fornitore adeguato;
- Spin-off: quando la funzione logistica di un’azienda si specializza sul servizio considerato e si rivolge anche al mercato esterno;
- Joint venture: il fornitore logistico e l’azienda cliente operano congiuntamente in modo tale da assicurare contributi di esperienze e personale paritetici e sinergie tra i due flussi.