E' possibile contenere il rischio di cambio nonostante la crescente volatilità nei mercati internazionali? Strategie diverse per obiettivi di investimento diversi.

La legge del prezzo unico afferma che in mercati competitivi, in assenza di costi di trasporto e di altre barriere commerciali (come i dazi doganali), beni identici venduti in paesi differenti devono avere lo stesso prezzo, espresso in un’unica valuta.

La legge del prezzo unico è molto importante perché va a riformulare, in termini di valute, un importante principio dell’economia internazionale: se lo scambio è libero e senza costi, beni identici devono avere lo stesso prezzo relativo, indipendentemente dal luogo nel quale sono venduti.

Per esempio, se il tasso di cambio nominale dollaro/sterlina fosse di 1,50 dollari per una sterlina, una camicia che a New York costerebbe 45 dollari dovrebbe essere venduta a 30 sterline a Londra. In questo modo il prezzo in dollari della camicia venduta a Londra sarebbe (1,50 dollari per sterlina) x (30 sterline per camicia) = 45 dollari, lo stesso prezzo di New York.

Continuando nell’esempio, vediamo perché la legge del prezzo unico deve valere se ci sono libero scambio e assenza di costi di trasporto o barriere commerciali. Se il tasso di cambio nominale dollaro/sterlina fosse pari a 1,45 si potrebbe comprare la camicia a Londra cambiando 43,5 dollari (1,45 x 30) con 30 sterline.

Quindi, a Londra, il prezzo in dollari della camicia sarebbe di soli 43,5 dollari. Se lo stesso bene continuasse a essere venduto a 45 dollari a New York, gli importatori statunitensi e gli esportatori inglesi avrebbero un incentivo a comprare camicie a Londra e a trasferirle a New York, spingendo verso l’alto il prezzo di Londra e verso il basso quello di New York, fino a rendere uguali i prezzi nelle due città.

Allo stesso modo, con un tasso di cambio nominale di 1,55 dollari per sterlina, il prezzo in dollari delle camicie a Londra sarebbe di 46,5 dollari (1,55 x 30), vale a dire 1,50 dollari più che a New York. Le camicie in questo caso sarebbero inviate da ovest a est, fino ad avere, anche in questo caso, uguaglianza tra i prezzi nei due mercati.

La legge del prezzo unico è preliminare alla nostra analisi perché introduce un legame tra prezzi interni dei beni e tassi di cambio. E’ possibile esprimere formalmente la legge del prezzo unico nella seguente maniera. Sia PiUS il prezzo in dollari del bene i se venduto nel Stati Uniti e sia PiUE il corrispondente prezzo in euro nell’Unione Europea. La legge del prezzo unico richiede che il prezzo in dollari del bene i sia lo stesso ovunque il bene sia venduto: PiUS = (E$/€) x (PiUE)

In modo equivalente, il tasso di cambio reale dollaro/euro è il rapporto tra il prezzo degli Stati Uniti e il prezzo europeo del bene i. E$/€ = PiUS / PiUE

A questo punto si ritiene opportuno effettuare qualche approfondimento. Si inizierà analizzando i risultati emersi sulla bontà della legge del prezzo unico dopo un’indagine molto approfondita svolta da Funke e Koske nell’Unione Europea relativamente a diverse categorie di beni e servizi. Per essere conformi a ciò ch la teoria insegna, nell’analisi sono stati esclusi i costi di transazione e si è partiti dal presupposto che in presenza di tassi di cambio reali differenti e quindi di prezzi diversi nelle varie aree geografiche, l’attività di chi fa arbitraggio sui beni e sui servizi dovrebbe comportare una convergenza dei prezzi in tutti i diversi stati.