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Il lavoro accessorio nel diritto del lavoro italiano e comparato

La disciplina del lavoro occasionale di tipo accessorio

L'espressione lavoro accessorio si riferisce ad attività lavorative di natura occasionale - prevedendo particolari requisiti in riferimento all'attività svolta, ai soggetti che rendono la prestazione e ai committenti – remunerate in forma indiretta attraverso buoni e che non richiedono la sottoscrizione di un contratto di lavoro.

L'aggettivo “accessorio” appare utilizzato dalla normativa come sinonimo di occasionale, senza pertanto indicare nessuna caratteristica riferibile all'accessorietà della prestazione. Perplessità nascono in riferimento proprio alla scelta del legislatore di definire come “accessorie” e dunque inessenziali prestazioni rilevanti come quelle svolte nell'ambito famigliare.

Nella normativa la coppia lessicale occasionalità-accessorietà è utilizzata alla stregua dell'espressione “lavoro accessorio”: di fronte a tale indeterminatezza lessicale l'utilizzo della formula “lavoro accessorio” pare essere maggiormente idonea a rappresentare l'istituto in questione, trattandosi comunque di “lavoro” nel senso di rapporto negoziale e in particolare di un rapporto che può essere tutt'altro che occasionale.

L'occasionalità-accessorietà indicherebbe, per così dire, la marginalità nel mercato delle prestazioni in questione. I termini occasionale e accessorio risultano dalla legge usati come sinonimi, in quanto il termine “accessorio” nulla aggiunge di per sé alla definizione della fattispecie, non “potendosi rinveire nel decreto un concetto di accessorietà dotato di coerenza” in quanto l'aggettivo “accessorio dovrebbe indicare qualcosa che si aggiunge a qualcos'altro, che però è principale, per cui lo completa; ma vedremo che nei casi contemplati il lavoro accessorio non accede a un bel nulla, o a tutto”.

In base al significato del termine infatti si potrebbe concludere che il lavoro occasionale e accessorio sia quello che ha per oggetto “un'attività meramente ausiliaria ed eventuale rispetto ad una attività principale o rispetto ai bisogni quotidiani del beneficiario della prestazione”. La stessa nozione di occasionalità sembra collidere con quella del lessico comune, essendo preferibile considerare “occasionali” le prestazioni alla sola luce della nozione legale di occasionalità-accessorietà forgiata dall'art. 70 comma 2, ossia alla stregua della continenza entro i limiti stabili che la norma individua quale presunzione iuris et de iure di occasionalità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il lavoro accessorio nel diritto del lavoro italiano e comparato

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Informazioni tesi

  Autore: Salvatore Luca Lucarelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del Lavoro
  Relatore: Armando Tursi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 156

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