L'analisi dei costi nelle piccole imprese agricole
L’economia del settore agricolo a livello regionale e nazionale
A primo impatto, si potrebbe considerare il settore agricolo come di scarsa rilevanza nell’ambito dell’economia non solo regionale, ma anche nazionale. Esso non può infatti essere definito come settore principale dell’economia italiana e sarda, per quanto riguarda fattori quali (giusto per citarne alcuni) numero di imprese operanti nel settore, tasso di sviluppo delle imprese, valore aggiunto generato dal comparto.
Basti pensare che, per quanto riguarda il numero di imprese attive in agricoltura, i dati dell’8° Censimento ISTAT dell’industria e dei servizi (2001) evidenziano che tali imprese rappresentano, rispettivamente a livello nazionale e a livello regionale, appena lo 0,7% e lo 0,8% del totale delle imprese attive nel territorio di riferimento.
Dati più recenti sul tasso di sviluppo delle imprese (inteso quale differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità delle imprese stesse), non sono più incoraggianti, anche se è necessario comunque tenere conto delle negative dinamiche economiche attualmente in atto a livello globale: negli anni che vanno dal 2006 al 2009 le imprese operanti nel settore “agricoltura, caccia e silvicoltura” hanno registrato un tasso di sviluppo negativo tra i peggiori rispetto agli altri settori produttivi, sia a livello nazionale che a livello regionale.
C’è comunque da dire che pochi settori registrano un tasso di sviluppo positivo o comunque significativamente migliore rispetto a quello delle imprese agricole. Per quanto riguarda il valore aggiunto (calcolato ai prezzi base), i dati evidenziano anche in questo caso non solo una scarsa incidenza del valore aggiunto generato dal settore agricolo rispetto agli altri settori, sia a livello regionale che a livello nazionale (seppure con una incidenza media di qualche punto percentuale maggiore a livello regionale), ma anche un tasso di crescita annuo di tale indicatore che, per quanto riguarda la Sardegna, si attesta a poco meno dell’1% da più di vent’anni.
Ciò significa che l’agricoltura sarda, da circa un quarto di secolo, continua a mantenere la medesima capacità di creare ricchezza, intesa quale differenza tra valore della produzione e consumi intermedi, mostrando una elevata incapacità di migliorare il proprio livello di efficienza, ovvero di aumentare il reddito prodotto, dato un determinato livello di risorse impiegate nella produzione.
Questo è sintomatico di una condizione di crisi del settore a livello regionale, che non consente lo sviluppo dello stesso; da questo punto di vista si evidenzia inoltre una tendenza di segno opposto a livello nazionale. Infatti, considerando quale indicatore il rapporto tra valore aggiunto e produzione lorda vendibile, in Sardegna, dopo un significativo aumento di tale indicatore in coincidenza del periodo favorevole alle produzioni agricole (sotto l’influenza soprattutto delle vendite dei prodotti lattiero -caseari) nella prima metà degli anni ’90, si è poi avuta una diminuzione dello stesso fino a riportarsi agli stessi livelli del 1980 (attorno al 57%).
A livello nazionale la situazione è decisamente migliore: il medesimo rapporto è infatti cresciuto di oltre 8 punti percentuali, passando da circa il 54% del 1980 al 62% del 2006. Da ciò si evince che, nonostante le considerazioni precedentemente fatte sulla “scarsa rilevanza” del settore, l’agricoltura nazionale è andata complessivamente incontro ad un processo di miglioramento dell’efficienza, mentre non si può dire lo stesso di quella sarda.
Questo non può che essere considerato come dato negativo, in virtù della tradizionale importanza non solo a livello reddituale, ma anche a livello strategico e di immagine che il settore agricolo riveste in Sardegna. Una pluralità di motivazioni possono essere ricondotte a tale considerazione. Tra le più significative, si vuole in questa sede ricordare che, in primo luogo, le attività agricole (soprattutto l’allevamento ovino e, più in generale, la pastorizia) hanno costituito a lungo l’unica opportunità di sostentamento e sviluppo in zone, quali quelle dell’entroterra dell’Isola, “costrette” a tali attività poiché unica possibilità di sfruttamento di tali territori.
Attualmente, queste costituiscono, tra l’altro, nell’ambito dello sviluppo turistico regionale, punto di partenza per offrire una valida attrattiva alternativa al classico turismo balneare, cosa che consentirebbe peraltro anche di perseguire l’ormai storico obiettivo di destagionalizzare il turismo verso l’Isola. Tale affermazione trova tra l’altro conferma nei dati sul movimento turistico e l’offerta ricettiva, dai quali si evince come negli agriturismi si registrano oltre un quarto degli arrivi e delle presenze rilevati nei centri dell’interno; inoltre, questo tipo di strutture assorbono una quota compresa tra il 50 e il 60% dei pernottamenti totali effettuati tra gennaio e marzo.
Le strutture agrituristiche, specie quelle situate nell’entroterra, hanno infatti le caratteristiche adatte per offrire servizi che soddisfino quella parte di turisti che ricercano nei loro viaggi contatto con la natura (in una recente indagine, il terzo motivo per cui i turisti hanno dichiarato di aver scelto la Sardegna sono proprio le bellezze naturalistiche), scoperta dell’enogastronomia, della cultura e delle tradizioni in genere.
Senza dilungarsi oltre su questo punto, ci si limita a sottolineare che, sebbene gli agriturismi non possono senz’altro risolvere i problemi sopra esposti del turismo in Sardegna, possono comunque rappresentare uno dei validi strumenti per perseguire tale obiettivo. In un’ottica di questo tipo, l’impresa agricola deve adottare strumenti adeguati ad affrontare la complessità della gestione derivante dalla molteplicità di attività svolte. Oltre alle attività agricole in senso stretto, ci si trova infatti a dover gestire servizi di ristorazione, di alloggio, con tutto ciò che ne deriva in termini di programmazione e di controllo delle attività.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L'analisi dei costi nelle piccole imprese agricole
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Informazioni tesi
Autore: | Roberta Serra |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Cagliari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e gestione aziendale |
Relatore: | Alberto Asquer |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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