Decadi di decadenza: l'opera di Murakami Ryū

Espressione massima di quella che la critica definisce la “poetica dell'eccesso” dell'autore, In za Misosūpu インザ・ミソスープ(Tokyo Soup, 1997), uscì in un primo tempo a puntate sul celebre quotidiano Yomiuri Shinbun, aggiudicandosi poi, nel 1997, lo Yomiuri Prize per la letteratura, patrocinato dall'omonima pubblicazione.

Esso può essere definito un vero e proprio romanzo “de-genere”, sia per le tematiche brutali legate a violenza e sessualità, sia per la sostanziale impossibilità di catalogarlo all'interno di un genere letterario definito. L'autore gioca infatti con molteplici forme narrative ottenendo un risultato ibrido e saturo di contaminazioni tra psycho-thriller, horror, noir, pulp, romanzo drammatico e filosofico, senza che nessuna di esse riesca mai a imporsi completamente, e senza che questo vada in alcun modo a influire sulla portata contenutistica del testo.

La narrazione è incentrata attorno alla figura di Kenji, l'io narrante, guida turistica non autorizzata per stranieri alla vita notturna dei locali a luci rosse di Tōkyō, che ripercorre un'esperienza risalente al 29 dicembre dell'anno precedente: l'ingaggio per tre sere consecutive da parte di un cliente americano, tale Frank. Murakami si trasferisce dunque nel corpo del protagonista lasciando che sia lui a guidare la narrazione e il coinvolgimento del lettore nell'inospitale territorio dei suoi ricordi.

Sin dal primo incontro Kenji ha l'impressione che nel gaijin 外人 (termine con cui i giapponesi definiscono gli stranieri) ci sia qualcosa di sinistro, sia nell'aspetto, nella sua pelle gelida e apparentemente artificiale, che in certi atteggiamenti ed espressioni inquietanti. Man mano che il tempo trascorre, nelle stradine di Kabukichō tra peep show e lingerie pub, egli comincia a notare nei discorsi dell'uomo una serie di inspiegabili incongruenze, palesi menzogne e contraddizioni, che non fanno che alimentare nel giovane, già di per sé allarmato dalla vista di macchie simili a sangue sulle banconote utilizzate dal cliente, un sempre più angosciante senso di inquietudine e pericolo.

Kenji si sforza di convincersi che sia soltanto paranoia, eppure non riesce a togliersi dalla testa il pensiero ricorrente che ci possa essere un legame tra il gaijin e il ritrovamento, il giorno precedente, del corpo di una liceale, violentata e fatta a pezzi. In seguito a un agghiacciante episodio in un batting center, in cui Frank rimane come paralizzato sulla casabase, mentre le palle gli sfrecciano accanto a cento chilometri orari, egli racconta al giovane di aver subito, da bambino, l'asportazione del lobo frontale del cervello, con l'imprevedibile conseguenza di una continua produzione di nuove cellule cerebrali, della perdita di alcune funzioni sensoriali e di improvvise paralisi o vuoti di memoria. Pur non avendo prove, Kenji percepisce sempre più la fondatezza dei propri sospetti, arrivando a convincere della pericolosità dell'uomo anche la fidanzata Jun, in seguito all'annuncio dell'omicidio per combustione di un senzatetto e al ritrovamento, sulla porta di casa propria.