Dalla Salute a Tavola alla Pirateria Alimentare: Indagine sulle conoscenze Legislative e Sanitarie degli OSA.

Di fronte all’attuale abbondanza di alimenti, il consumatore manifesta timori e paure di rischi. Attualmente la paura alimentare è diventata una delle malattie della nostra società; il consumatore vive con l’ansia che sostanze dannose usate nei prodotti alimentari arrivino direttamente nel piatto. Le preoccupazioni causate dai fattori di rischio negli alimenti sono cresciute negli ultimi anni a seguito dell’ampia diffusione di “crisi alimentari” come: l’encefalopatia spongiforme bovina BSE, la salmonellosi per le uova, diossina e influenza aviaria per il pollame; per questo il consumatore ha l’esigenza non solo di cibi sani, ma soprattutto di essere informato su ciò che realmente mangia.
Il rischio è vissuto alla luce della minaccia che rappresenta per le relazioni e le abitudini familiari e sociali; ciò significa che, più che il rischio stesso, sono le caratteristiche dei destinatari a determinarne la percezione, tra le quali vi sono: le caratteristiche sociali, culturali e individuali. Consumatori e scienziati valutano il rischio in modo molto diverso, perché diversi sono i rispettivi punti di partenza e i linguaggi utilizzati, quello scientifico e statistico degli esperti e quello intuitivo del pubblico. Da parte degli operatori del settore alimentare manca un articolato sforzo nella corretta comunicazione dei rischi alimentari e delle conseguenze a cui si va incontro, mentre il più delle volte le informazioni scientifiche sono parziali, sporadiche, interpretate in modo contraddittorio i tutto mescolate con la paura della gente. Tutto ciò ha contribuito ad aumentare il distacco tra mondo scientifico-produttivo e consumatore.
Alla luce di tali considerazioni è importante che, chi si occupa di alimentazione a qualsiasi livello, non ignori le convinzioni dell’opinione pubblica, quindi dei consumatori, ma piuttosto prenda atto dei meccanismi sociali che ne stanno alla base per rispondere in modo positivo e razionale alle esigenze emerse.
Sicuramente però, una comunicazione del rischio efficace, aumentando il livello di comprensione di particolari problemi e interventi e, in ultimo, assicurando alle persone coinvolte un’adeguata informazione aiuterà a ripristinare il grado di fiducia nelle politiche di sicurezza alimentare, in questi ultimi anni fortemente insidiata da gravi “scandali alimentari”, e a far sentire sicuri i consumatori su quel che arriva sulle loro tavole.